COVID-19 in Spagna, Madrid studia nuove limitazioni: terapie intensive occupate al 40%
La curva dell’epidemia in Spagna continua a preoccupare. Il numero dei nuovi positivi è sceso, ma stanno aumentando i ricoveri e le terapie intensive.
La Spagna è tornata ad essere il Paese europeo più colpito dalla pandemia di COVID-19 con oltre 735mila contagi dal febbraio scorso ad oggi. La preoccupante sferzata verso l’alto, però, è arrivata qualche settimana fa, quando dopo una prima e drammatica ondata il Paese ha iniziato a dover fare i conti con un costante aumento dei contagi.
A questi due mesi di distanza dai primi aumenti, oggi la situazione è tra le più preoccupanti d’Europa, non tanto in termini di nuovi positivi, che pure stanno superando le vette toccate durante la prima ondata della pandemia, quanto sul fronte delle ospedalizzazioni e i decessi.
- 25 settembre 2020: 4.122 nuovi casi e 114 decessi
- 24 settembre 2020: 3.471 nuovi casi e 84 decessi
- 23 settembre 2020: 4.143 nuovi casi e 130 decessi
- 22 settembre 2020: 4.883 nuovi casi e 241 decessi
- 21 settembre 2020: 4.251 nuovi casi e 56 decessi
- 18 settembre 2020: 11.588 nuovi casi e 90 decessi
- 17 settembre 2020: 9.832 nuovi casi e 162 decessi
COVID-19 in Spagna: ricoveri e terapie intensive
Negli ultimi 7 giorni 2.494 sono state ricoverate in ospedale con sintomi da COVID-19, che hanno portato il totale delle ospedalizzazioni in corso a 11.006 unità. I posti letto occupati dai pazienti COVID, però, non raggiungono neanche il 10% dell’attuale capacità del servizio sanitario spagnolo (l’8,14% per la precisione).
A far salire la media nazionale sono le comunità autonome più colpite da questa seconda ondata, a cominciare da quella di Madrid dove i posti letto occupati sono il 25,43% del totale, seguita da Castilla La Mancha (14,29%) e Aragona (11,40%).
Lievemente più preoccupante è la situazione delle terapie intensive. Ad oggi sono 1.465 i pazienti per cui è richiesto il ricovero in terapia intensiva. La capacità attuale, sempre secondo i dati ufficiali della Spagna, è occupata per il 17,17% del totale. A preoccupare, però, è il numero dei pazienti che quotidianamente vengono ammessi nelle strutture COVID: 2.494 in sette giorni, 200 nell’ultima settimana per le terapie intensive.
Anche in questo caso l’area di Madrid è quella che più fa preoccupare: le terapie intensive sono occupate al 40,12%, ma la situazione non è migliore in altre regioni: La Rioja al 37,50%, Aragona al 30,96% e Castilla La Mancha e Castilla y León rispettivamente al 24,36% e 26,32%.
(I dati a cui facciamo riferimento, rilasciati dalle autorità sanitarie spagnole, sono aggiornati al 25 settembre scorso. Il nuovo bollettino, in pausa durante il fine settimana, sarà rilasciato oggi)
COVID-19 in Spagna: le misure in atto e allo studio
Ad oggi in oltre 90 città della Spagna sono in vigore delle misure restrittive di diverso genere, a cominciare da Madrid che ha imposto limitazioni alla mobilità in sette delle sue municipalità che riguardano oltre 1 milione di cittadini: lì ci si può spostare soltanto per motivi di lavoro, studio e sanitari.
Più rigide le misure nella comunità di Castilla La Mancha, dove i bar e i ristoranti sono chiusi fino a nuovo ordine in 47 municipalità, con casi più gravi – come Bolanos De Calatrava, Modejar e Azuqueca De Henares – di totale chiusura al traffico in arrivo dall’esterno.
E mentre a Madrid si sta valutando un’ulteriore stretta, oggi saranno annunciate nuove misure per la regione dell’Andalusia. Oggi il Ministero della Salute spagnolo terrà un ulteriore e delicato incontro col presidente della regione, Juanma Moreno, con l’obiettivo di raggiungere un accordo sul rigore delle misure da mettere in atto per almeno un paio di settimane o fino a quando la curva dei contagi non tornerà a scendere.