Covid, Galli: “Rischiamo la situazione di marzo, servono tempestivamente nuove misure”
Il primario del Sacco: “Trend in pericolosa ascesa, siamo sul crinale che ci può portare a una situazione di assoluta gravità”
Il professor Massimo Galli, primario infettivologo all’ospedale Sacco di Milano, mette in guardia sull’andamento della curva epidemica in Italia e ad Agorà, su Rai Tre, avverte: “Siamo in pericolosa ascesa, è sufficiente un’aritmetica elementare per capirlo. Il trend è in chiara ascesa e questo implica la necessità di interventi decisi. È un andamento che non può che essere considerato preoccupante”.
L’estate, i giovani e l’andamento della curva epidemica
Secondo l’esperto: “È stata un’estate troppo frizzante per molti aspetti, troppo fuori norma. Quanto sia l’impatto delle scuole ancora non si può dire, anche se nel Lazio ci sono state segnalazioni. Le scuole stanno dando il loro contributo, non tanto all’interno quanto all’esterno”. In plessi e istituti scolastici ad oggi sono stati registrati 1.150 casi di positività, l’11% relativo a insegnanti. Numeri “da zero virgola”, ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina assicurando che le scuole restano aperte.
Galli parla del comportamento dei giovani: “Stiamo andando a rischiare una situazione comparabile per alcuni aspetti a quella di marzo. Vogliamo questo? Vogliamo vanificare i sacrifici fatti durante il lockdown per andare a ondeggiare in un locale che andrebbe chiuso? Soffro all’idea di criminalizzare i giovani e di considerarli responsabili di quello che succede, ma questo non è un atteggiamento responsabile”.
Discoteche ed elezioni
Ma la colpa non è solo loro: “Se si aprono le discoteche e si indicono le elezioni come se niente fosse, è un segnale opposto a non è finita” aggiunge il professor Galli secondo cui: “Quello che è successo in Francia e in Spagna è davanti ai nostri occhi. Temo che nuove misure restrittive siano inevitabili e spero che non siano tardive”.
In relazione all’andamento della curva epidemica Galli precisa: “Noi siamo adesso sul crinale che ci potrebbe portare ad una situazione di assoluta gravità. Non possiamo chiudere le scuole e non vogliamo chiudere le scuole. Non possiamo chiudere le attività economiche. Convivere con il virus vuol dire questo. È grave che si continui a pensare che si possa gestire questa cosa facilmente nella condizione della normalità, soprattutto perché la nostra normalità – con il nostro sistema sanitario e le nostre leggi – ci mette in grandissima difficoltà” conclude l’infettivologo.