Conte sul nuovo DPCM 25 ottobre: “Misure più restrittive per evitare lockdown generalizzato. Non possiamo permettercelo”
Il Premier Giuseppe Conte ha annunciato il nuovo DPCM con misure in vigore fino al 24 novembre: ecco che cosa ha detto.
All’ora del pranzo domenicale il Premier Giuseppe Conte ha tenuto la conferenza stampa per spiegare il nuovo DPCM che è stato firmato stamattina e sta già facendo molto discutere. Il Presidente del Consiglio ha esordito:
Gli ultimi dati epidemiologici non ci possono lasciare indifferenti, l’analisi della curva epidemiologica segnala una rapida crescita, la diffusione del contagio e lo stress che ne consegue sul Sistema Sanitario Nazionale hanno raggiunto livelli preoccupanti. L’indice RT ha raggiunto la soglia critica di 1,5. L’elevato numero di persone positive al Covid ieri ha sfiorato i 20mila. Questo rende difficoltose le operazioni di tracciamento.
Poi ha spiegato:
Il governo ha l’obiettivo di tenere sotto controllo la curva epidemiologica: solo in questo modo è possibile gestire la pandemia senza restarne sopraffatti.
E ha aggiunto:
Controllarla significa anche scongiurare un lockdown generalizzato: il Paese non può più permetteteselo. Dobbiamo fare il possibile per proteggere insieme sia la salute, sia l’economia. Da qui la necessità di introdurre misure più restrittive che entreranno in vigore a mezzanotte e resteranno in vigore fino al 24 novembre.
QUI LE MISURE PREVISTE DAL DPCM 25 OTTOBRE CON IL TESTO INTEGRALE
Il Premier ha dunque illustrato le varie misure previste dal DPCM e ha promesso che saranno previsti degli indennizzi a fondo perduto per coloro che sono più fortemente colpiti da queste misure restrittive, poi ha concluso il suo discorso con un messaggio di incoraggiamento per tutti gli italiani:
Se in questo mese di novembre rispetteremo tutti le regole, riusciremo a tenere sotto controllo la curva epidemiologica e riusciremo ad affrontare le feste natalizie con più serenità. Già a dicembre potrebbero arrivare i primi vaccini. L’Italia è un grande Paese, lo ha dimostrato ancora una volta la scorsa primavera, quando si è ritrovata ad affrontare la fase più acuta dell’epidemia: ce l’abbiamo fatta allora, ce la faremo anche adesso. Un Paese che è grande una volta, è grande sempre.
Il Premier ha poi risposto alle domande dei giornalisti presenti sottolineando l’importanza di tenere sotto controllo la curva epidemiologica con il duplice obiettivo di salvaguardare la salute e l’economia, come aveva già spiegato nel suo discorso introduttivo.
L’obiettivo non è ridurre la curva a zero, ma tenerla sotto controllo per evitare situazioni critiche, anche dal punto di vista del tracciamento. Qualcuno sta scrivendo che il sistema non funziona, invece il sistema funziona bene, ma diverta più complesso quando i numeri salgono, è normale andare in difficoltà.
A Conte è stato chiesto perché il governo ha deciso di far chiudere bar e ristoranti alle 18 e non alle 23 come volevano le Regioni:
Le Regioni sono state disponibili ad avere un lungo confronto con il governo e avevano una posizione diversa sulla chiusura di bar e ristoranti. Però fin qui abbiamo seguito una strategia in cui è stata lasciata alle Regioni una certa libertà, anche se tutte le ordinanze sono state cofirmate anche dal Ministro della Salute. Però i dati di oggi dimostrano che la pandemia sta correndo in modo uniforme e critico su tutto il territorio, quindi da qui la necessità da parte del governo di definire un quadro complessivo più restrittivo, lasciando comunque alle Regioni la possibilità di concordare con noi misure ancora più restrittive a seconda del quadro regionale.
Poi il Premier ha parlato del Natale:
La nostra strategia è di migliorare la curva epidemiologica nelle prossime settimane in modo da affrontare poi con più serenità il mese di dicembre. Sicuramente vorremmo arrivare a Natale con predisposizione d’animo più serena. Queste misure sono necessarie, se sono sufficienti… spero di sì. Ovviamente a dicembre arriveranno solo le prime dosi di vaccino, non vorrà dire che potremo passarlo tutti abbracciati. Però sicuramente potremo rilanciare i consumi.
A Conte è stato chiesto un parere sulle “rivolte” scoppiate in questi giorni a Napoli e Roma:
Anche io probabilmente proverei rabbia verso le misure prese dal governo se fossi dall’altra parte, anche se chiedo di aspettare a valutarle, perché credo che ci sarà un aiuto economico cospicuo. Bisogna poi stare attenti perché ci sono gruppi antagonisti, anche un po’ “professionisti” che alimentano le proteste. Bisogna stare attenti alle infiltrazioni: stiamo attenti perché non dobbiamo offrire a nessun professionista del disordine sociale di avere spazio in un momento di reale difficoltà.
È stato poi chiesto quando arriverà il decreto con gli aiuti economici:
Questi aiuti si andranno ad aggiungere a quelli già previsti e contiamo di arrivare in Gazzetta Ufficiale già martedì, in modo che l’Agenzia delle Entrate possa erogarli già a novembre. Per quanto riguarda la NADEF, al momento i conti non saranno alterati, abbiamo fatto i conti con le risorse attuali, non c’è dunque necessità di alterare il quadro di finanza pubblica. Se riusciremo a tenere la curva epidemiologica sotto controllo non vedo prospettive di dover fare scostamenti di bilancio.
Al Premier è stato poi domandato se il governo sta rincorrendo il virus e lui ha risposto:
No, purtroppo il virus corre molto e noi dobbiamo essere sempre pronti a intervenire. Non possiamo imputare al governo di aver abbassato la soglia di attenzione. Prima dell’estate anche tutta l’opinione pubblica pensava che la pandemia fosse superata, mentre il governo chiedeva di prolungare lo Stato di emergenza e si preoccupava di acquistare mascherine e respiratori. È ovvio che se la pandemia sfugge al controllo non bastano gli investimenti, ma noi in questa situazione non ci vogliamo ritrovare, stiamo lavorando per evitarlo.
Come ultima domanda gli è stato chiesto se pensa che ci sia stato qualcosa che governo e Regioni hanno sbagliato per ritrovarsi di nuovo in una situazione simile a quella della primavera:
Ci possono essere stati degli errori, ma sottovalutazioni no. Si può sempre fare meglio nella vita, ma obiettivamente abbiamo lavorato su tutti i fronti. Quando si affronta una guerra è difficile dire di non aver fatto abbastanza per vincere. Noi abbiamo fatto ricorso a tutte le forze e a tutti i sacrifici. Gli stessi italiani sono più stressati e più stanchi rispetto alla prima ondata, ma se ce l’abbiamo fatta la prima volta, ce la possiamo fare anche questa volta.