Berlusconi: “Può essere inevitabile chiudere, ma non è giusto. Se il governo ci avesse ascoltato…”
Silvio Berlusconi, in una intervista a Libero, ammette che il lockdown potrebbe essere inevitabile, ma se la prende con il governo.
Le opposizioni hanno di fatto rifiutato un confronto con il governo, perché evidentemente preferiscono continuare a criticarlo “da fuori”, non farsi realmente coinvolgere nelle scelte e continuare a girare il coltello nella piaga. Oggi lo ha fatto anche Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che in una intervista a Libero ha detto:
Se il governo ci avesse ascoltati non saremmo in questa situazione. Può essere inevitabile chiudere ma non è giusto, anzi è davvero ingiusto, che a pagare il prezzo di questa crisi siano alcune categorie, siano i titolari di attività che avevano fatto di tutto per rispettare le regole. Chiudere un locale significa quasi sempre gettare al vento una vita di investimenti, di sacrifici, di passione, oltre che mettere sul lastrico proprietari e dipendenti. Comunque una regola dovrebbe essere chiara: non si chiude nessuna attività, se non si risarcisce in tempi certi chi la svolge.
Berlusconi indica anche qual è, secondo lui, la colpa più grave del governo Conte:
Non aver fatto scelte, aspettando che il problema si risolvesse da solo, o illudendosi che il peggio fosse passato. Io da mesi metto in guardia sul pericolo di una seconda ondata del virus che, come era prevedibile, è arrivata. E il Paese è di nuovo impreparato.
E per esempio sulle scuole ha un’idea piuttosto chiara:
Sono personalmente convinto che l’emergenza Covid richiedesse sin dall’inizio la chiusura di tutte le scuole e il ricorso all’insegnamento a distanza, evitando così anche il sovraccarico nei trasporti e naturalmente dotando tutti gli allievi degli strumenti necessari.
E anche sui mezzi pubblici Berlusconi bacchetta il governo per non aver attuato alcun intervento, visto che il Comitato Tecnico Scientifico lo ha sempre indicato come uno dei principali punti deboli.
Berlusconi poi resta fermamente convinto che sia necessario ricorrere al MES e che sia giusto “indebitarci per aiutare chi è colpito dalla malattia, chi ha perso il proprio lavoro, non per comprare i monopattini o nazionalizzare Alitalia”. Poi dice che per riaprire serve una politica fiscale che permetta alle imprese di tornare a fare utili al più presto, con aiuti concreti e immediati, quindi meno tasse e più denaro a disposizione dei cittadini.