Uil Scuola propone: “Anticipiamo le vacanze di Natale”. I presidi: “Dubbi sulla realizzabilità”
Il sindacato Uil Scuola propone di anticipare le vacanze di Natale, ma i presidi hanno forti dubbi sulla realizzabilità di questa proposta.
Mentre ci apprestiamo a scoprire quali saranno, con precisione, le misure nazionali e locali che saranno in vigore nei prossimi giorni, nel mondo della scuola c’è sempre fermento. Oggi è arrivata una proposta da parte del segretario generale di Uil Scuola Pino Turi, che sostiene che si possa fare “un’operazione di slittamento delle vacanze di Natale, anticipandole”. Bisognerebbe dunque modificare il calendario scolastico per far fronte a una situazione eccezionale come quella che stiamo vivendo.
Turi poi fa un ragionamento:
È propaganda dire che in Francia le scuole sono aperte, perché nelle ultime due settimane sono state chiuse dall’infanzia alle secondarie superiori per le vacanze autunnali. Ogni Paese ha il suo modello, non così facilmente semplificabile ed equiparabile.
E aggiunge, guardando all’Italia:
Io non me la prendo più con la ministra Azzolina, ma a questo punto con il governo. C’è una colossale confusione perché manca il coordinamento fra i poteri dello Stato. I tavoli sulla sicurezza non sono mai partiti. È assoluta la mancanza di programmazione e visione. Qui viviamo di propaganda, come quella delle scuole in Francia, chiuse. Io dico: vuoi recuperare a Pasqua, a giugno. Ma fai un’operazione che abbia una idea.
Ma è davvero possibile anticipare le vacanze invernali? Secondo il Presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli ci sarebbero non poche difficoltà:
Anticipare le vacanze di Natale non è una possibilità che si può escludere in linea di principio, ma ho dubbi sulla sua realizzabilità da un punto di vista pratico. Comporterebbe un sacrificio enorme da parte delle famiglie, difficilmente ipotizzabile. Sarebbe come imporre alla società un ritmo di vita non usuale e mediamente non praticabile.
E sulla riduzione della didattica in presenza Giannelli sottolinea:
Si pensa che la Dad sia il modo facile per risolvere i problemi ma bisogna essere consapevoli che l’uso della Didattica a distanza ha un costo sociale molto elevato. Il recupero è illusorio se a lacune si sommano altre lacune, perché la scuola comincia sempre a settembre.
Inoltre Giannelli spiega qual è stato il vero problema in queste prime settimane di scuole aperte:
Sono gli altri sistemi che devono rimboccarsi le maniche per garantire il servizio. La scarsa tenuta è di trasporti da una parte e sanità dall’altra. Le scuole sono in grande difficoltà perché continuamente sono disposte quarantene a livello precauzionale. Il tracciamento dei contatti stretti viene fatto in modo approssimativo a danno della continuità didattica necessaria, perché il personale delle Asl è insufficiente. C’è stata una sottovalutazione del carico di lavoro che si sarebbe abbattuto sulle aziende sanitarie e questo ha portato alla situazione attuale.