Vienna, il killer ucciso era noto ai servizi austriaci e già condannato
Il killer ucciso durante l’attentato a Vienna del 2 novembre 2020 si chiamava Kujtim Fejzulai, aveva 20 anni ed era già stato in carcere.
Si chiamava Kujtim Fejzulai ed era nato e cresciuto a Vienna, anche se i suoi genitori sono originari della Macedonia del Nord. Aveva 20 anni ed era già stato alcuni mesi in carcere. È lui il killer che ieri ha sparato all’impazzata a Vienna e che è stato ucciso dalla polizia. Oggi la sua abitazione è stata perquisita e dopo qualche ora il ministro dell’Interno austriaco Karl Nehammer ha reso note le generalità dell’assassino. Tuttavia sono ancora in corso le ricerche dei suoi complici, perché visto che ci sono stati attacchi su diverse strade del centro di Vienna è probabile che fossero almeno in quattro.
Tornando a Kujtim Fejzulai, si tratta di un ragazzo che era già noto ai servizi austriaci perché il 25 aprile 2019 era stato condannato a 22 mesi di prigione in quanto aveva cercato di andare in Siria a unirsi all’Isis. È per questo che il governo austriaco ha presto saputo con certezza che si trattava di un attentato di matrice islamica. Il giovane, infatti, simpatizzava per l’Isis.
Dopo la condanna è andato in carcere, ma il 5 dicembre 2019 è stato già liberato in quanto, essendo un giovane adulto, ha usufruito di uno sconto di pena. Nonostante il carcere, però, a luglio 2020 aveva di nuovo tentato di andare in Siria. Il suo nome era iscritto in una lista della polizia di novanta individui da monitorare.
Kujtim Fejzulai è stato ucciso da colpi di arma da fuoco dalla polizia, vicino alla Ruprechtskirche. In base a quanto ha detto il ministro dell’interno Nehammer, addosso aveva una finta cintura esplosiva, un lungo fucile automatico (che ha usato per sparare), una pistola e anche un machete.
Tra l’altro, secondo quanto riporta Bild, Kujtim Fejzulai aveva anche postato una foto su Instagram imbracciando due delle armi che ha poi effettivamente usato per il suo attacco. Ora gli inquirenti stanno cercando di capire prima di tutto chi erano i suoi complici e poi, anche questo un dettaglio molto importante, se avesse accordi diretti con l’Isis.
Intanto, per quanto riguarda i suoi genitori, che, come abbiamo detto, sono di origine macedone, sembra che non abbiano alcun legame con lo Stato Islamico. Probabilmente, dunque, si trattava di una simpatia nata solo nel ragazzo, forse attraverso Internet, ma poi con gli anni si è radicalizzato.