Lo strano caso della Campania zona gialla e la retromarcia di De Luca
De Luca, che il 23 ottobre annunciava il lockdown totale della Campania, ora difende strenuamente la zona gialla: cosa sta succedendo?
Era il 23 ottobre e per via dell’escalation di contagi e dell’intasamento degli ospedali, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, annunciava in conferenza stampa: “Vi anticipo che io comunicherò al governo non solo la mia richiesta di lockdown su tutta Italia, ma per quel che riguarda la Campania procederemo in direzione della chiusura di tutto. L’ordinanza del coprifuoco non basta, dobbiamo decidere di chiudere tutto”. All’annuncio del governatore, sono seguite pesanti proteste per le vie di Napoli che si sono protratte fino a notte inoltrata e che non hanno risparmiato nemmeno la sede della Regione stessa. È stata una lunga notte per la Campania, che ha portato evidentemente “consiglio” a De Luca, che il giorno dopo – sentito il governo – ha annunciato che non ci sarebbe stato nessun lockdown regionale.
Nei giorni successivi è stato un bailamme di dichiarazioni e retromarce da parte del governatore della Campania, che prima ha insistito nel chiedere al governo di indire la zona rossa nazionale ma poi, in seguito alla divisione delle regioni nelle tre aree (gialle, arancioni e rosse), si è arroccato in una strenua difesa del proprio territorio. Nonostante la situazione dei contagi sia nettamente peggiore oggi rispetto al 23 ottobre, per De Luca non c’è bisogno di alcuna zona rossa e di conseguenza di lockdown in Campania. In molti continuano a chiedersi come sia possibile, ma la zona gialla per la regione del governatore “sceriffo” è stata disposta sulla base di 21 parametri, tra i quali ci sono anche i dati forniti sugli ospedali da parte della stessa Regione.
Il governo invia ispettori in Campania
Le cronache narrano di una sanità campana a mani nude contro il virus, con ospedali senza corsie distinte tra pazienti covid e non, e con pazienti positivi inseriti in reparti assieme a ricoverati per altre patologie. Un mezzo disastro, sul quale ora il governo centrale vuole vederci chiaro. Perché De Luca che il 23 ottobre voleva chiudere tutto, oggi dice che non c’è alcun bisogno di chiudere tutto? Lo scopriremo a breve, nel giro di un paio di giorni, perché il ministero della Salute ha inviato in Campania i propri ispettori con lo scopo di capire cosa stia succedendo “sul campo”. Si vuole verificare, innanzitutto, se i numeri dei contagi trasmessi dall’Unità di crisi regionale a Roma siano stati aggregati in maniera corretta.
Nonostante De Luca continua a parlare di “illazioni giornalistiche” in merito al possibile passaggio della Campania da zona gialla ad arancione o addirittura rossa, il ministero della Salute ci sta pensando seriamente e per la decisione finale saranno determinanti proprio le criticità del sistema sanitario regionale. Lo stesso presidente dell’ISS, Silvio Brusaferro, ha sottolineato che gli potrebbero aiutare a cogliere degli aspetti della regione che sono fin qui sfuggiti. Quegli aspetti che potrebbero dire molto sull’atteggiamento altalenante del governatore. Ad oggi, sulla base degli indicatori utilizzati dai tecnici che affiancano il governo, la situazione di rischio della Campania è “moderata con probabilità alta di progressione a rischio alto”. Già nell’ultimo rapporto dell’ISS, però, la Campania assieme a Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto era indiziata di passare tra le aree a “rischio alto”.
A Napoli e Caserta pazienti curati in macchina
Le situazioni più critiche sono segnalate nelle province di Napoli e Caserta, sia per l’alto numero di contagi, sia per il livello di “stress” delle strutture ospedaliere. Nei giorni scorsi, i medici del Cotugno segnalavano interventi direttamente sulle autovetture dei parenti dei pazienti per la mancanza di posti, ma eventi analoghi sono stati registrati presso altri nosocomi. Segnalazioni di crisi massima sono arrivate anche dal coordinamento del 118 regionale e dal sindacato Fimmg (Federazione italiana dei medici di medicina generale), che ha chiesto misure più restrittive in Campania prima di subito. Una quadro a cui va aggiunto il superamento della soglia critica del 30% dell’occupazione di terapie intensive da pazienti Covid -19. Tutti dati che cozzano con la relativa “tranquillità” di De Luca, che ricordiamo essere stato il primo a chiudere le scuole. A questo punto, c’è curiosità anche su questo aspetto: lunedì 14 scadrà la precedente ordinanza e visto che le scuole, fino alla prima media, possono rimanere aperte anche nelle zone rosse, De Luca – ormai strenuo difensore della zona gialla – dovrebbe consentire il ritorno tra i banchi degli studenti campani.