DPCM Natale: le misure per salvare famiglie e consumi
Governo al lavoro per il DPCM che dovrà entrare in vigore dopo la scadenza delle attuali misure (3 dicembre): si prova a salvare il Natale
Governo al lavoro per provare a salvare il Natale per famiglie e commercianti con un nuovo DPCM. Si parla di riapertura dei negozi fino a tarda sera nelle zone gialle e arancioni, mentre a chi si trova nelle zone rosse potrebbe essere consentito di spostarsi per gli affetti. Siamo ancora a livello di ipotesi, sia chiaro, ma l’allarme di Confcommercio spaventa l’esecutivo: senza consumi a Natale il danno per l’economia sarà di oltre 100 miliardi di euro e i ristori attualmente previsti sono rispettivamente di 5 e 2,5 miliardi. Le briciole, insomma.
Sarà un Natale diverso e lo si sapeva da tempo, ma il governo sta pensando a riaperture soft. Non ci sarà il liberi tutti dell’estate, perché è fin troppo chiaro che le decisioni prese in estate con bonus vacanze e quant’altro, hanno alimentato la convinzione che il virus non ci fosse più. I dati sono in leggero miglioramento, ma la pressione sulle strutture sanitarie ha raggiunto livelli altissimi e i virologi continuano ad essere divisi, tra chi diffonde segnali ottimistici e chi continua a chiedere di chiudere tutto a prescindere.
Ci sono ancora due settimane abbondanti prima della scadenza dell’attuale DPCM (3 dicembre), ma un piano comunque bisogna ipotizzarlo. Tra i primi pensieri c’è quello di rilanciare i consumi, nuovamente devastati dalle chiusure, quantomeno nelle zone gialle e arancioni, mentre per le zone rosse non ci dovrebbero essere alleggerimenti, se non la possibilità di uscire dalla regione per ricongiungersi ai familiari. Il Comitato tecnico Scientifico è al lavoro, ma di sicuro non ci potranno essere divieti per pranzi e cenoni, al massimo raccomandazioni: mantenere un numero ridotto di persone a tavola (il limite di 6 potrebbe essere innalzato) che dovrebbero essere comunque familiari che si frequentano abitualmente.
DPCM Natale: niente cenoni e balli nei locali
No a cenoni in ristoranti, alberghi e discoteche, balli proibiti ovunque, piazze chiuse o comunque con accesso ridotto. L’unica deroga potrebbero averla i negozi, che potrebbero allungare l’apertura fino alle 2 o alle 23. Difficile che venga spostato il coprifuoco dalle 22 alle 24, mentre la riapertura dei centri commerciali nei festivi con ingressi contingentati è un’ipotesi che non convince del tutto. In conclusione, sarà un Natale differenziato, con maggiori possibilità per chi è in zona gialla e arancione, meno festeggiamenti per chi è in zona rossa.
OMS: “Feste sobrie, rischio terza ondata”
Il diktat rimane il rispetto delle regole, perché gli esperti si attendono una terza ondata tra gennaio e febbraio. Ripetere gli stessi errori dell’estate, significherebbe vanificare gli sforzi fatti nelle ultime settimane, ammonisce direttore aggiunto dell’Oms, Ranieri Guerra: “È chiaro che si dovrà attuare un allargamento delle possibilità di movimento per il Natale, ma dovrà essere un Natale abbastanza sobrio, perché un liberi tutti ci porterebbe, appunto, a una terza ondata”.
Dichiarazioni a cui fa eco la sottosegretaria al ministero della Salute, Sandra Zampa: “Le regole si rispettano sempre e in ogni occasione – ammonisce – nella speranza che in quei giorni di fine dicembre le misure siano meno restrittive e la situazione meno drammatica di quanto non lo sia oggi”.