Immunità di gregge, Rezza: “Vanno vaccinati 42 milioni di italiani”
Almeno 42 milioni di italiani dovranno ricevere il vaccino anti-COVID prima che si possa iniziare a parlare di immunità di gregge.
La campagna di vaccinazione contro il COVID-19 si sta delineando in questi giorni. Le prime dosi arriveranno in Italia forse già alla fine dell’anno e, seguendo una lista delle priorità che il Ministero della Salute sta ancora mettendo a punto, si potrà procedere con le prime somministrazioni ai cittadini italiani.
Sappiamo già che il percorso sarà lungo, ma già dai primi mesi del 2021 le operazioni di vaccinazione dei cittadini italiani dovrebbe entrare a pieno regime. L’obiettivo è quello di vaccinare quante più persone possibili nel minor tempo possibile, così da scongiurare l’arrivo di una nuova ondata che gli esperti ritengono già inevitabile.
Più persone saranno vaccinate, meno violenta potrà essere la seconda ondata. L’immunità di gregge, invece, richiederà uno sforzo davvero monumentale per il nostro Paese. Lo ha spiegato oggi l’epidemiologo Giovanni Rezza, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo il quale almeno 42 milioni di persone in Italia dovrebbero ricevere il vaccino prima che si possa iniziare a parlare di immunità di gregge:
Grosso modo almeno tra il 60% e il 70% della popolazione dovrebbe essere vaccinata contro il Sars-CoV-2 per ottenere l’immunità di gregge. Ciò vuol dire vaccinare 42 milioni di italiani e questa è una grande sfida. Ma ci sarà un progressivo incremento delle dosi di vaccino a partire dal 2021 e avere più di un vaccino è un vantaggio.
Immunità di gregge: una chimera in Italia?
La pandemia di COVID-19, come accaduto anche in altri Paesi, ha fatto crescere in modo preoccupante il fronte dei negazionisti e dei No-Vax e a darci una prima certificazione del fenomeno è un recente sondaggio condotto da SWG nella settimana dal 16 al 22 novembre. Secondo il sondaggio, infatti, il 75% degli intervistati si fiderebbe di un vaccino contro il COVID-19 se fosse prodotto in Italia, mentre quella percentuale scende al 67% nel caso di vaccini in arrivo da altri Paesi UE e al 57% nei confronti di un vaccino prodotto negli Stati Uniti.
Il 71% degli intervistati, invece, ha dichiarato di non fidarsi di un vaccino prodotto in Russia o in Cina. Il 37% degli italiani si è detto addirittura contrario alla vaccinazione anti-COVID.