Roma: Raggi assolta in Appello dall’accusa di falso in atto pubblico

Virginia Raggi è stata stata assolta anche in secondo grado per il caso Marra, l’ex braccio destro della sindaca a capo del personale del comune di Roma

19 Dicembre 2020 14:02

Virginia Raggi è stata assolta anche in appello dall’accusa di falso in atto pubblico. La decisione della seconda sezione penale della corte d’appello di Roma è arrivata dopo due ore di camera di consiglio e alla lettura della sentenza c’è stato anche un lungo applauso. Presente in aula, La Raggi si è lasciata andare ad un abbraccio col marito Andrea Severini e poi con la segretaria particolare, anche lei commossa. Confermata la sentenza di primo grado con cui il tribunale aveva già assolto la Raggi per la nomina di Renato Marra, fratello di Raffaele e allora capo del Personale del Campidoglio, a capo della Direzione Turismo “perché il fatto non costituisce reato”.

Molto soddisfatta, la sindaca di Roma ha colto l’occasione della sentenza per togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe: “Questa è una mia vittoria, del mio staff, delle persone che mi sono state a fianco in questi quattro lunghi anni di solitudine politica ma non umana. Credo – aggiunge – che debbano riflettere in tanti, anche e soprattutto, all’interno del M5s”.

Contento anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che su Facebook esulta: “Oggi Virginia Raggi è stata assolta. Ancora una volta. Continua a resistere grande donna, il MoVimento 5 Stelle resiste insieme a te”.

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Raggi: le richieste dell’accusa

Il procuratore generale di Roma Emma D’Ortona ha chiesto la condanna a 10 mesi di reclusione per il sindaco della capitale Virginia Raggi nell’ambito del processo di appello che vede l’esponente del M5s accusata di falso per la nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio Raffaele Marra, alla guida del dipartimento turismo del Comune di Roma. La nomina venne poi ritirata e la Raggi venne assolta in primo grado “perché il fatto non costituisce reato”.

La requisitoria contro Virginia Raggi

Nella requisitoria il procuratore generale D’Ortona ha sostenuto che la “sindaca conosceva la posizione di Raffaele Marra e ha omesso di garantire l’obbligo che Marra si astenesse nella nomina del fratello Renato”. Sempre secondo l’accusa “l’errore del precedente giudice è di avere trasformato una indagine documentale in dichiarativa” in relazione all’assoluzione in primo grado di Virginia Raggi che secondo il tribunale era stata raggirata da Raffaele Marra (condannato per abuso d’ufficio) che voleva favorire il fratello.

https://www.blogo.it/post/436931/caso-marra-il-pm-chiede-2-anni-per-lex-braccio-destro-della-raggi

Tra gli elementi che il pg della Corte d’appello ha presentato per sostenere la sua tesi, secondo quanto riferisce Il Messaggero, c’è un sms che la sindaca Raggi avrebbe inviato a Raffaele Marra dopo avere letto sui giornali che il fratello aveva avuto un aumento di stipendio: “Questa cosa dello stipendio mi mette in difficoltà, me lo dovevi dire”.

Secondo la procura, quanto avrebbe detto la sindaca al responsabile anticorruzione del Campidoglio sul ruolo “meramente compilativo” di Raffaele Marra nella nomina del fratello Renato non sarebbe vera. L’ex braccio destro della Raggi Raffaele Marra avrebbe invece partecipato al processo decisionale, secondo il pg.

La difesa della sindaca

“L’Anticorruzione non chiedeva alla sindaca se Marra avesse partecipato o meno al processo di nomina, ma cosa in concreto avesse fatto” spiega l’avvocato Pierfrancesco Bruno, uno dei tre legali di Virginia Raggi, con Emiliano Fasulo e Alessandro Mancori. La sentenza è attesa in giornata.

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