Vaccine Day, Speranza: “Punto di svolta, ma dobbiamo resistere ancora alcuni mesi”
Il ministro della Salute Roberto Speranza nel giorno del Vaccine Day allo Spallanzani ha invitato ancora ad avere prudenza.
Il ministro della Salute Roberto Speranza questa mattina alle 7 era già all’Istituto Spallanzani di Roma da dove è partita la campagna di vaccinazione anti-Covid con le dosi di vaccino Pfizer-BioNTech arrivate nel nostro Paese e negli altri Paesi dell’UE dopo l’ok dell’Ema. Ovviamente Speranza ha parlato con i giornalisti, ma stamattina era già in prima pagina per una intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica.
Speranza ha sottolineato l’importanza di questa giornata e di questo evento di portata storica, ma ha anche ricordato a tutti che bisogna ancora avere molta pazienza ed essere prudenti perché la battaglia è lunga e l’immunità di gregge ancora lontana.
Speranza ha spiegato:
È come se dopo una lunga notte, potessimo finalmente rivedere l’alba. Il mattino però è ancora lontano.
Il ministro ha anche detto che dopo le feste natalizie si tornerà al sistema delle aree colorate:
Dal 7 gennaio si tornerà a questo sistema, che ha dimostrato di funzionare. Ho fiducia negli italiani, a ogni passaggio hanno sempre dimostrato di capire.
Poi è tornato a parlare del vaccino come punto di svolta:
Penso che di fronte a chi ha dubbi o paure sul vaccino, le istituzioni debbano rispondere con trasparenza, portando le evidenze scientifiche. Senza insulti. Il suo arrivo è un punto di svolta, ma abbiamo bisogno che si vaccinino tra i 10 e i 15 milioni di persone, numeri che avremo in primavera inoltrata.
E per quanto riguarda il fatto che il vaccino per quanto importante non sia stato dichiarato obbligatorio, Speranza ha detto che “tutta Europa ha scelto un’altra strada”. Poi ha parlato anche della scuola:
Abbiamo tenuto aperto il primo ciclo anche in zona rossa, l’abbiamo tutelata il più possibile. C’è un accordo con le Regioni per riaprire in presenza le superiori al 50%.
E ha precisato che tutto dipenderà dalla curva dell’epidemia e che l’obiettivo è di contenere il contagio in 50 casi ogni 100mila abitanti, ma adesso ancora ce ne sono 150. Speranza ha ripercorso questo lungo e difficile periodo e ha ricordato che anche se adesso abbiamo l’arma più importante di tutte, il vaccino appunto, la battaglia contro il Covid è ancora tutt’altro che vinta:
Mi ricordo quando mi telefonarono per avvertirmi che erano stati ricoverati allo Spallanzani i primi 2 cittadini cinesi, in Italia per turismo, con il sospetto di aver contratto il Covid. Serviranno ancora settimane di lavoro. Ci sarà da resistere e combattere con gli strumenti che abbiamo imparato a conoscere in queste settimane. Abbiamo uno strumento che ci consente di vincere la battaglia ma serve ancora tempo, prudenza e cautela. In questi mesi gli italiani hanno dimostrato di essere all’altezza della sfida e lo dimostreranno di nuovo. Insieme vinceremo la sfida.