Vaccino anti-Covid: gli esperti spiegano perché non è strano che sia pronto in meno di un anno

Il fatto che il vaccino anti-Covid sia già pronto non deve destare sospetti: ecco perché ci è voluto molto meno tempo del solito.

2 Gennaio 2021 10:41

Il fatto che il vaccino anti-Covid sia pronto in meno di un anno è uno degli argomenti più utilizzati dai no vax per perorare la propria causa. In realtà non c’è nulla di strano e diversi esperti hanno spiegato perché, precisando i diversi motivi per cui si è risparmiato tempo rispetto a gran parte degli altri vaccini.

Sui social ormai da qualche giorno circola un post di “Chimica farmaceutica in pillole” che spiega in modo piuttosto convincente perché il vaccino anti-Covid è stato reso disponibile in pochi mesi, ma senza “scomodare” i social network, si può fare affidamento alle informazioni raccolte dagli esperti dell’Istituto Mediterraneo Studi Internazionali (Imesi), che è un centro di ricerca scientifica e di formazione specialistica, e dal sito di informazione scientifica Pulse Med.

Prima di tutto, un gran risparmio di tempo, dai due ai tre anni, si è avuto nella ricerca dei fondi per avviare lo studio per i vaccini anti-Covid. Data l’urgenza e la portata mondiale del problema, i finanziamenti sono stati trovati immediatamente. Almeno altri 6-12 mesi sono stati risparmiati per trovare Università e Ospedali che aderissero alla ricerca come strutture adatte alla sperimentazione.

La fase sperimentale, che può durare dai tre ai sei mesi, nel caso del vaccino anti-Covid è risultata ridotta, ma solo perché sono stati condotti contemporaneamente gli studi di più fasi: in particolare, quella relativa alla sicurezza e quella relativa al dosaggio sono state portate avanti in contemporanea, risparmiando molti mesi.

Inoltre bisogna considerare che a volte per creare un vaccino ci possono volere degli anni solo per trovare un metodo adatto, nel caso del coronavirus, invece, non c’è stato bisogno perché il metodo si conosceva già grazie agli studi su MERS e SARS e non sono serviti studi su culture cellulari: i metodi sono mRNA e adenovirus.

Altro tempo è stato guadagnato perché non ci sono stati problemi a trovare volontari pronti a sottoporsi alla sperimentazione. Per questa operazione ci può volere anche un anno, in questo caso, invece, c’era già la fila di volontari.

E infine un altro importantissimo punto: le autorità che si occupano dell’autorizzazione dei farmaci negli Stati Uniti (Food and Drug Administration – FDA) e in Europa (European Medicines Agency) hanno dato la precedenza alla valutazione dei vaccini anti-Covid, dedicando un numero maggiore di revisori e dunque non ci sono stati tempi d’attesa dietro ad altre centinaia di farmaci che aspettano l’approvazione di FDA ed EMA.

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