Vaccino Novavax efficace all’85,6% contro la variante inglese del Covid
Novavax annuncia la conclusione della fase 3 di test del proprio vaccino: 95,6% di efficacia con il Covid tradizionale, 85,6% con la variante inglese
Con un comunicato diramato ieri pomeriggio, Novavax, la società di biotecnologie con sede negli USA, ha annunciato che al termine della fase 3 dei test, il proprio vaccino contro il coronavirus è risultato efficace all’89,3%. La notizia più importante è rappresentata dal fatto che il vaccino Novavax è efficace anche contro la variante inglese del Covid-19, mentre garantisce un grado più basso di protezione nei confronti della variante sudafricana. A tal proposito, la società annuncia contestualmente di essere pronta a sviluppare subito un vaccino parallelo che sia altamente efficace anche con questa variante del coronavirus.
Vaccino Novavax meno efficace con la variante sudafricana
Novavax è sostenuta dal governo USA tramite l’Operazione Warp Speed ed ha sottoposto a test 15mila volontari residenti in Gran Bretagna di età compresa tra i 18 e gli 84 anni (di cui il 27% di età superiore ai 65 anni) e 4.400 volontari residenti in Sudafrica. Nel primo caso l’efficacia è risultata dell’89,3% (95,6% nei confronti del Covid cosiddetto “originale” e 85,6% nei confronti della variante britannica). Nel caso dei volontari sudafricani, l’efficacia è scesa sensibilmente fino al 60%, non tenendo in considerazione il campione di soggetti affetti da Hiv.
È per questo motivo che Stanely Erck, presidente di Novavax, ha già annunciato che gli scienziati della società si sono messi subito al lavoro per sviluppare un vaccino che si più efficace anche nei confronti della variante sudafricana del virus. “Siamo i primi a condurre un test di efficacia di fronte a un virus che muta”, ha dichiarato, ammettendo anche che la differenza di efficacia nei confronti delle varianti è stata una sorpresa per il team di studiosi a sua disposizione.
Come agisce il vaccino Novavax
Il vaccino Novavax richiede due inoculazioni, esattamente come quelli di Pfizer e Moderna, ma non è basato sulla tecnologia dell’Rna messaggero. È più simile, tanto per intenderci, al vaccino antinfluenzale tradizionale, poiché inietta nell’organismo proteine del virus con l’obiettivo di produrre la risposta immunitaria. Appena letto il comunicato della società, il premier inglese Boris Johnson ha annunciato di voler ordinare 60 milioni di dosi di questo vaccino – previo parere positivo delle autorità sanitarie – che saranno prodotte direttamente sul territorio del Regno Unito a Teesside.