Il nuovo Movimento 5 Stelle di Conte, con la benedizione di Grillo
Il Movimento 5 Stelle lavora per una riorganizzazione totale: Giuseppe Conte capo politico o presidente con deleghe, garantisce Beppe Grillo
In attesa che vengano portate a termine le espulsioni dei deputati e dei senatori che hanno votato no alla fiducia al governo guidato da Mario Draghi, il Movimento 5 Stelle lavora per riorganizzarsi. È fin troppo evidente che il movimento anti-sistema fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non ci sia più e sia diventato inevitabilmente altra cosa. Ed è altrettanto evidente che la cosa debba essere istituzionalizzata. Secondo un sondaggio realizzato da Tecnè con l’agenzia Dire il 19 febbraio scorso, il M5S è accreditato del 13,3% dei consensi, ma l’ex premier Giuseppe Conte ha il gradimento del 34,7% degli italiani. Un patrimonio che nemmeno Beppe Grillo ha intenzione di sperperare.
Il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte
Sebbene, dunque, i consensi al partito siano ancora in calo rispetto alla vittoria delle elezioni 2018, anche il “garante” del partito è sempre più orientato ad affidarsi all’ex presidente del Consiglio, che in due anni e mezzo è riuscito comunque ad ottenere un certo prestigio anche a livello internazionale. Come riferisce oggi il Corriere della Sera, per fare spazio a Conte, che nel frattempo è tornato a fare lezione all’Università, il M5S è pronto ad anche ad un passaggio formale, attraverso la modifica dello statuto. Si parla di un ruolo di “presidente con deleghe” oppure di capo politico (attualmente il reggente è il senatore Vito Crimi).
Beppe Grillo garante della transizione
Beppe Grillo gestirebbe la transizione scandendo tempistiche e modi, ma rimarrebbe comunque anche in seguito il garante di un movimento che inevitabilmente non starebbe più sopra né sotto gli altri partiti, ma si collocherebbe nell’area di centrosinistra, come vuole la consolidata alleanza con PD e LeU. Del resto, lo stesso Conte ha ribadito in più occasioni di aver avuto una formazione tendenzialmente di sinistra, nella tradizione cattolico-democratica. La sua figura, però potrebbe avere anche l’effetto di placare una base che già nella votazione su Rousseau per la fiducia a Draghi si è sostanzialmente divisa, trovando anche riscontri con crepe evidenti all’interno dei gruppi parlamentari. La capacità dell’avvocato Conte di tenere insieme ben due maggioranze diverse, insomma, dovrebbe essere proiettata per rimettere insieme le diverse anime di un movimento che ha già perso per sua spontanea volontà un elemento trainante come Alessandro Di Battista.
Insomma, la via sembra essere tracciata e anche molti di quelli che dall’interno sono delusi per l’essersi ritrovati sostanzialmente di nuovo al governo con Salvini, ma soprattutto ora anche con Berlusconi di mezzo, potrebbero trovare nuove motivazioni con un Giuseppe Conte leader. L’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è tornato sull’argomento proprio oggi rispondendo ad un cronista de Il Fatto Quotidiano: “Conte? Non aveva bisogno di sponsor. Secondo me il futuro del Movimento, che deve rifondarsi, è un futuro che deve intrecciarsi con il futuro di Conte. Dobbiamo guardare avanti e nel futuro deve esserci Conte. È un momento da cui dobbiamo uscire rinnovandoci – ha aggiunto – In questo frangente abbiamo due temi: legalità e transizione green”.