L’EMA avvia la valutazione del vaccino russo Sputnik V
L’EMA ha avviato la revisione ciclica del vaccino russo Sputnik V, disponibile in 39 Paesi del Mondo e pressoché ignorato dai cittadini russi.
Il vaccino russo Sputnik V potrebbe arrivare in Europa, e quindi in Italia, prima di quanto si pensasse soltanto pochi giorni fa. Oggi il comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) ha avviato la revisione ciclica dello Sputnik V, il vaccino anti-COVID messo a punto in Russia dal Centro nazionale russo di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja.
La decisione di avviare la rolling review, lo spiegano l’AIFA in una nota diffusa oggi, si basa sui risultati di studi di laboratorio e di studi clinici negli adulti, che indicano che Sputnik V induce la produzione di anticorpi e componenti del sistema immunitario che colpiscono il coronavirus SARS-CoV-2 e possono contribuire a proteggere contro COVID-19.
Gli esperti dell’EMA esamineranno i dati ad oggi disponibili e saranno chiamati a stabilire, come per gli altri vaccini già approvati, se i benefici del vaccino superano i rischi. Impossibile fornire una tempistica: l’EMA precisa che la rolling review proseguirà fino a quando non saranno disponibili sufficienti prove a sostegno di una domanda formale di autorizzazione all’immissione in commercio.
Gli ispettori UE negli stabilimenti in cui si produce lo Sputnik V
La Presidente della Commissione Europea lo aveva chiarito già nei giorni scorsi – “ci deve essere un’ispezione ai siti di produzione, perché dobbiamo avere standard di produzione stabili” – e ora sembra che l’ispezione negli stabilimenti produttivi del Fondo russo per gli investimenti diretti possa avvenire prima del previsto.
L’EMA starebbe già preparando l’invio di alcuni ispettori e lo stesso Fondo russo per gli investimenti diretti si è detto pronto ad accogliere gli ispettori europei il prima possibile.
Boom all’estero per lo Sputnik V, ma in Russia non decolla
La Russia sta puntando tutto sui vaccini contro il COVID, molto meno sulla campagna vaccinale nazionale. I dati che OurWorldInData aggiorna giorno dopo giorno evidenziano una fase di stallo sulla somministrazione dei vaccini in Russia. Se mettiamo a confronto i dati di Italia e Russia, la discrepanza è molto evidente: la quantità di dosi somministrate ogni 100 persone è in costante crescita in Italia, mentre la crescita in Russia, che pure ha due vaccini già disponibili e prodotti in loco, è in stallo o quasi.
Il perchè di questa mancata impennata nelle vaccinazioni sarebbe da ricercare nella scarsa fiducia dei cittadini russi in qualcosa che arriva dallo stato e che è soltanto in parte oggetto della propaganda russa soltanto in parte. Se è vero che le autorità russe si stanno facendo vanto del successo internazionale dello Sputnik V, ad oggi in uso in 39 Paesi del Mondo, è altrettanto vero che il leader assoluto della Russia, Vladimir Putin, non si è ancora sottoposto alla somministrazione.
Questo ritardo nella vaccinazione di Vladimir Putin non fa che influire negativamente su come i cittadini russi percepiscono il vaccino anti-COVID. Da un recente sondaggio condotto dal Levada Centre emerge che soltanto il 30% dei russi è intenzionato a ricevere le dosi dello Sputnik V, un percentuale in calo dell’8% rispetto al sondaggio condotto all’inizio dell’anno.