Covid-19, il nuovo studio: in Italia i decessi giù da fine giugno
Secondo uno studio condotto negli USA, da fine marzo la curva dei contagi in Italia scenderà, decessi sensibilmente giù a giugno
L’Italia è ancora nel pieno della seconda ondata di Covid-19, come dice oggi il ministro della Salute, Roberto Speranza, ma a giugno le cose dovrebbero migliorare e in maniera sensibile, soprattutto relativamente al numero giornaliero di decessi. Secondo quanto emerge dalle previsioni fatte dai ricercatori dell’Ihme, l’Institute for health metrics and evaluation di Seattle, al termine del prossimo trimestre i morti in Italia scenderanno attorno a quota 50 al giorno, contro gli oltre 300 di media attuali.
Ihse: a giugno decessi giù in Italia
Ovviamente, gli scienziati dell’Ihse non disegnano un solo scenario, bensì diversi, che possono essere più o meno favorevoli. Secondo i calcoli, comunque, già a partire dalla metà di maggio prossimo, ci sarà nel Bel Paese un calo sostanziale dei decessi. Lo studio si basa su due fattori: le vaccinazioni, che subiranno un’impennata a partire da aprile grazie alle tante dosi che arriveranno; la tenuta psicologica degli italiani che al 92% continueranno a rispettare le regole sul distanziamento e l’uso della mascherina. Secondo i calcoli, a giugno potrebbero essere vaccinati 40 milioni di italiani, con una media di 500mila vaccinazioni al giorno a partire da metà aprile. Gli immunizzati per vaccino, inoltre, si andranno ad aggiungere ai 6 milioni di italiani che sono immuni per essere stati contagiati dal coronavirus.
Nuovo picco di contagi il 20 marzo, poi la discesa
La somma di questi fattori, secondo i ricercatori americani, consentirà all’Italia di evitare migliaia di morti, ma nel caso in cui lo scenario non migliorasse come previsto, ovvero se qualcuno dei presupposti non si verificasse, nella peggiore delle ipotesi ci sarebbero a giugno 150 decessi al giorno. La ricerca sta facendo discutere gli esperti italiani, che sono sostanzialmente d’accordo con le previsioni dei colleghi USA, ma evidenziano come intorno al 20 marzo sia previsto un nuovo picco da 40mila casi al giorno, che riporterà per un po’ i dati della pandemia vicini a quelli di novembre 2020. Comunque sia, argomenta Alberto Gerli, considerato che per il cambio di trend sono necessari solitamente 40 giorni, “noi già sappiamo che a fine marzo si può vedere globalmente, prima in Lombardia ma poi nel resto di Italia, una diminuzione del trend dei contagiati. In base al nostro studio, ci aspettiamo dunque una crescita più importante a marzo e poi una diminuzione nel mese di aprile”.
Insomma, ci aspettano ancora 2-3 settimane dure, poi la curva dovrebbe abbassarsi e accompagnarci, grazie alle vaccinazioni di aprile, verso un’estate più tranquilla. Molto dipenderà anche dalla diffusione delle varianti, che combinate con la lentezza delle somministrazioni sperimentata fin qui, ha fatto sì che vivessimo appunto questa nuova impennata di contagi e ricoveri in terapie intensive.