Diritto alla disconnessione per chi lavora da casa: cos’è?
Le commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera hanno approvato l’emendamento al decreto Covid che riconosce il diritto alla disconnessione
Nella giornata di oggi le commissioni Lavoro e Affari Sociali della Camera dei Deputati hanno approvato l’emendamento al decreto Covid che riconosce il diritto alla disconnessione “dalle strumentazioni tecnologiche e fatti salvi eventuali periodi di reperibilità concordati”. La facoltà del dipendente, si legge, “non può avere ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi”, mentre per la Pubblica Amministrazione resta in vigore la disciplina presente nei contratti collettivi.
Cos’è il diritto alla disconnessione
Ma che cos’è nello specifico questo “diritto alla disconnessione”? In sostanza, come spiegato di recente in un’intervista al Corriere della Sera dall’onorevole maltese Alex Agius Saliba, si tratta del diritto di un lavoratore a staccare la spina. Ci sono infatti milioni e milioni di lavoratori in Europa che sono costretti a rimanere connessi per tante ore al giorno per via di lunghi turni di lavoro. Una costrizione che studi scientifici hanno confermato avere importanti conseguenza sulla salute fisica e mentale. Insomma, gli orari devono essere adeguati alle nuove mansioni dell’era digitale e in questo senso il diritto alla disconnessione si intende in sostanza in quegli strumenti atti a tutelare il tempo libero soprattutto di chi è in smart working. A tal proposito, di dovrebbe sostanzialmente registrare il tempo effettivo di lavoro da casa, in modo da garantire pause adeguate e adeguare anche i compensi alle condizioni lavorative.
Secondo quanto fa sapere l’agenzia europea Eurofound, il 38% di chi lavora da casa dichiara di trascorrere il tempo libero lavorando, mentre la percentuale scende al 5% nel caso di dipendenti che lavorano in ufficio. Una situazione che è stata inevitabilmente peggiorata dalla pandemia, che ha costretto un maggior numero di persone a ricorrere allo smart working.
L’esultanza del M5S
L’approvazione del diritto alla disconnessione è stata accolta con particolare favore dal Movimento 5 Stelle, i cui deputati e deputate presenti in commissione Lavoro hanno diramato una nota ufficiale. “L’approvazione di un emendamento M5s al decreto Covid per riconoscere il diritto alla disconnessione al lavoratore con un figlio minore di 16 anni in didattica a distanza che, alternativamente all’altro genitore, svolge l’attività in modalità agile rappresenta un passo importante sul fronte dei diritti dei lavoratori e nell’ottica di un aggiornamento della disciplina del lavoro agile, anche e soprattutto alla luce di quanto è avvenuto durante la pandemia”, si legge nel comunicato.
“Siamo molto soddisfatti – prosegue la nota – perché per la prima volta in un testo normativo si parla di ‘diritto alla disconnessione’. In questo modo non solo tuteliamo i tempi di riposo e la salute del lavoratore, ma lo facciamo senza che vi siano ripercussioni sul rapporto di lavoro o sui trattamenti retributivi. Superata la fase dell’emergenza, sul tema sarà necessario confrontarsi per far sì che questo diritto venga riconosciuto a tutti in modo stabile”.