La pandemia fa impennare le emissioni di CO2: dati peggiori da 11 anni

Il livello di anidride carbonica vedrà il secondo incremento più grande nella storia: 1,5 miliardi di tonnellate

21 Aprile 2021 17:34

Nel 2021 le emissioni di anidride carbonica legate all’energia, a livello mondiale, dovrebbero aumentare di 1,5 miliardi di tonnellate, il secondo più grande incremento della storia. Un dato preoccupante, soprattutto se si confronta con quello del 2020, quando la prima fase della pandemia e i lockdown generalizzati – più o meno duri – in tutto il mondo ridussero, e di molto, il livello delle emissioni: addirittura, dopo poche settimane di chiusura, l’inquinamento atmosferico si ridusse di un terzo, con il contemporaneo miglioramento (oltre il 40%) della qualità dell’aria e dell’acqua rispetto ai dati del 2019. Invece, come riporta il Global Energy Review dell’Iea (Agenzia internazionale dell’energia), dopo poco tempo i dati sono cresciuti come mai dal 2010.

Come nota oggi Jaime D’Alessandro su Repubblica, “nella sola New York due milioni di pendolari hanno cessato di andare e venire da Manhattan e i mutamenti sono stati evidenti“, poiché “la riduzione del traffico lungo il fiume Hudson ha permesso alle acque di tornare trasparenti, ed è successa la stessa cosa a Venezia“. I livelli di inquinamento, in questo periodo del 2020, si erano ridotti circa di un terzo. Invece, ora, le emissioni di CO2 aumenteranno di quasi il 5%. A trainare questa crescita la domanda di carbone, in aumento del 4,5% e vicina al suo picco registrato nel 2014.

I dati

Nel 2021 la domanda di energia aumenterà del 4,6% a livello globale, soprattutto quella dei combustibili fossili: come detto, a guidare la fila la richiesta di carbone, seguito dal gas. Per entrambi la richiesta supererà i livelli del 2019, cioè quelli pre-pandemia. Una domanda determinata soprattutto dai mercati emergenti e dalle economie in via di sviluppo: più dell’80% di questa crescita verrà dall’Asia – con la Cina al primo posto – mentre in Stati Uniti e Unione europea la crescita non raggiungerà i dati del 2019.

La domanda di carbone, addirittura, supererà del 60% quella delle energie rinnovabili, nonostante l’accelerazione anche in questo settore. A causa della contrazione del settore aereo, infine, i dati del petrolio non raggiungeranno quelli di due anni fa, ma sono comunque in crescita.

Quanto alle citate energie rinnovabili, a trainare la crescita saranno solare ed eolico, vicine al più grande aumento della loro storia. La produzione di elettricità da fonti rinnovabili, infatti, salirà di oltre l’8% da qui alla fine dell’anno: un aumento della fornitura globale di elettricità pari a più della metà in tutto il mondo. Solare ed eolico dovrebbero aumentare la loro produzione rispettivamente del 18% e 17% rispetto allo scorso anno, avanzando verso la soglia di 2.800 terawatt-ore.

Ben il 30% della produzione di elettricità in tutto il mondo verrà fornito da energie rinnovabili nel 2021, in aumento rispetto al 27% del 2019: anche qui è la Cina a guidare il gruppo, seguita da Usa, Ue e India.

L’appello di Birol

Nonostante le buone notizie dalle energie rinnovabili, la situazione rimane critica. Così, infatti, si è espresso Fatih Birol, il direttore esecutivo dell’Iea

Le emissioni globali di carbonio sono destinate a saltare di 1,5 miliardi di tonnellate quest’anno guidate dalla rinascita dell’uso del carbone nel settore energetico. Questo è un terribile avvertimento che la ripresa economica dalla crisi del Covid è attualmente tutt’altro che sostenibile per il nostro clima. A meno che i governi di tutto il mondo non si muovano rapidamente per iniziare a tagliare le emissioni, è probabile che nel 2022 affronteremo una situazione ancora peggiore.

Intervistato da Repubblica Jared Diamond, premio Pulitzer nel 1997 con Armi, acciaio e malattie, ha lanciato l’allarme: “Abbiamo 30 anni per evitare danni irreparabili. Siamo su una strada insostenibile, dobbiamo consumare di meno“. Ha anche aggiunto:

La lezione più importante è che i problemi globali richiedono soluzioni globali. Nessun al mondo sarà al sicuro dal Covid se ci sarà ancora un Paese in cui infuria. A causa dei viaggi, del commercio e della comunicazione nel nostro mondo globalizzato, anche se il Covid fosse eliminato all’interno dei confini dell’Italia, ma non in Albania o in Libia, l’Italia si infetterebbe di nuovo. E’ una lezione generale: oltre al Covid, altri grandi problemi globali che richiedono soluzioni globali includono il cambiamento climatico, l’esaurimento delle risorse, la disuguaglianza e le armi nucleari

Attualità