Il governo con Salvini cancella quota 100 di Salvini
Il governo Draghi cancella Quota 100, una norma approvata solo in via sperimentale e i cui numeri reali non sono quelli dati da Salvini
Il governo guidato da Mario Draghi e sostenuto anche dalla Lega di Matteo Salvini pone la pietra tombale su Quota 100. Ovvero la misura che lo stesso Salvini ha fatto passare per tanto tempo come una delle sue più grandi battaglie politiche. Approvato a gennaio del 2019 durante il primo governo Conte, il provvedimento sarà cancellato dal Recovery Plan. Nella bozza riportata dal quotidiano La Repubblica, infatti, si legge: “In tema di pensioni, la fase transitoria di applicazione della cosiddetta Quota 100 terminerà a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti”.
In arrivo Quota 102?
Il provvedimento, in buona sostanza, ha previsto dall’approvazione per un triennio l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per chi ha 38 anni di contributi e 62 anni di età. Secondo le ultime indiscrezioni, al posto del prepensionamento Salvini, la maggioranza starebbe lavorando ad un Quota 102. Per farla breve, la pensione di anzianità rimarrebbe con gli attuali requisiti, ovvero 67 anni e almeno 20 di contributi, ma ci sarebbe anche un pensionamento flessibile appunto a quota 102: 64 anni di età e 38 anni di contributi, di cui non più di 2 possono essere anni figurativi (esclusi maternità, servizio militare, riscatti volontari).
Contestualmente, il governo Draghi lavora per riportare al centro anche i Fondi di solidarietà – alimentati con lo 0,32% della retribuzione lorda, un terzo a carico dei contribuenti – per i lavoratori che hanno problemi di salute, che hanno svolto lavori pesanti, in mobilità o con a carico familiari da curare. Il testo del Recovery Plan passerà al vaglio del Consiglio dei Ministri e poi arriverà in Parlamento la prossima settimana.
Il sottosegretario all’Economia, il leghista Claudio Durigon, prova a gettare la palla in tribuna: “Quota 100 non è più sufficiente. Occorre andare oltre, puntare a quota 41 anni di contributi e a strumenti che diano ancor più flessibilità in uscita. La pandemia ha cambiato tutti i parametri ed è ora di fornire alle aziende strumenti validi per salvaguardare il mercato del lavoro, sia in entrata che in uscita”.
I numeri di Salvini e quelli reali su Quota 100
Un passo indietro è d’obbligo, perché dobbiamo ricordare che quando fu approvata, Quota 100 è stata finanziata dalla legge di Bilancio con un fondo di 3,9 miliardi di euro per il 2019, 8,3 miliardi per il 2020 e 8,6 miliardi per il 2021. Trattandosi di una norma sperimentale di tre anni, Quota 100 non ha mai cancellato la Legge Fornero, contrariamente a quanto dichiarato da Salvini, e che continua ad essere la norma di riferimento per tanti lavoratori che vanno in pensione.
Inoltre, al momento dell’approvazione, il leader della Lega aveva dichiarato che la misura avrebbe coinvolto circa 400-500mila lavoratori. In realtà, secondo quanto riferisce il Rapporto Itinerari previdenziali del 16 febbraio scorso, ad uscire in anticipo dal mondo del lavoro nel biennio 2019-2020 sono state circa 267mila persone.