Recovery plan, la proroga del Superbonus sarà in manovra. Ok dall’Ue
Il testo del piano è di 300 pagine e descrive come sarà l’Italia tra cinque anni, più verde e digitale. Il Piano sarà trasmesso in Parlamento
Nella serata di ieri, poco prima della mezzanotte, è arrivato dall’Unione Europea il “disco verde”. La prima convocazione era per le 10 del mattino, ma poi slittata per ben due volte a causa proprio delle tensioni politiche sulla proroga del Superbonus, poi della lunga interlocuzione con Bruxelles sulle riforme. Intesa che poi è arrivata dopo la lunga telefonata tra Mario Draghi e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Ad annunciarlo il presidente del Consiglio dei Ministri: c’è l’ok per il piano da oltre 200 miliardi da cui passa la ripartenza dell’Italia dopo la crisi innescata dal Covid.
IL PIANO DELLA RIPARTENZA
Il piano comunque non è stato votato: prima è in calendario il passaggio alle Camere, a cui Draghi riferirà lunedì e martedì. Subito dopo sarà convocato un nuovo Cdm con l’ok al testo e l’invio a Bruxelles il 30 aprile. Per quanto riguarda il Superbonus, con detrazione del 110% per gli interventi di efficientamento energetico, sul quale si è speso l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è stata siglata un compromesso. Il ministro dell’Economia Daniele Franco si impegna a valutare la proroga al 2023 a settembre con la manovra, quando il quadro sull’utilizzo dell’incentivo sarà più chiaro e si capirà anche se serviranno davvero risorse in più. Tutto dipenderà dall’effettivo successo della misura e dunque dal costo che va preventivato. Dal Movimento 5 Stelle c’è grande soddisfazione, e dà per acquisito che il Superbonus “avrà copertura fino al 2023”.
Il testo del piano è di 300 pagine e descrive come sarà l’Italia tra cinque anni, più verde e digitale. Nel comunicato stampa del Cdm si legge che “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni“.
le missioni
Il Piano è strutturato in sei Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) e 16 Componenti. Come emerso alla fine del Cdm, il 40% circa delle risorse territorializzabili sono destinate al Mezzogiorno, a testimonianza dell’attenzione “al tema del riequilibrio territoriale”. Per la digitalizzazione arriveranno 14,58 miliardi (36,1% del totale), per la rivoluzione verde e transizione ecologica ci saranno 23 miliardi (34,3%), per la mobilità sostenibile previsti 14,53 miliardi (53,2%), mentre per l’istruzione e ricerca 14,63 miliardi (45,7%).
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “prevede un corposo e organico pacchetto di investimenti e riforme, con l’obiettivo di modernizzare la pubblica amministrazione, rafforzare il sistema produttivo e intensificare gli sforzi nel contrasto alla povertà, all’esclusione sociale e alle disuguaglianze, per riprendere un percorso di crescita economica sostenibile e duraturo rimuovendo gli ostacoli che hanno bloccato la crescita italiana negli ultimi decenni“.