Lega e FI contro la mozione di sfiducia al ministro Speranza. Salvini dà buca a Meloni anche stavolta
Dopo aver attaccato per settimane il Ministro Speranza, Salvini e la sua Lega non appoggiano la mozione di sfiducia promossa da Meloni.
Matteo Salvini dà buca a Giorgia Meloni anche stavolta. Il tentativo di Fratelli d’Italia di sfiduciare il Ministro della Salute Roberto Speranza non trova il supporto della Lega. La posizione ufficiale del partito di Salvini è stata esplicitata questa mattina al Senato dal capogruppo Massimiliano Romeo:
Lo dico a Fratelli d’Italia, è molto meglio lavorare sulle commissioni di inchiesta piuttosto che presentare una mozione che ha l’intenzione di mettere in difficoltà più Lega e FI che il ministro Speranza.
Fonti del centrodestra hanno precisato all’Adnkronos di ritenere le mozioni di sfiducia individuali improduttive e di preferire invece la strada della commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte del ministero della Salute.
Anche stavolta, quindi, Giorgia Meloni è stata lasciata da sola dagli alleati di sempre.
Oggi la mozione di sfiducia al ministro Speranza. Salvini sarà leale al governo?
Matteo Salvini al banco di prova. Questa mattina il leader della Lega dovrà scegliere da che parte stare e dovrà farlo in modo plateale in Senato nel voto sulla mozione di sfiducia al Ministro della Salute Roberto Speranza presentata da Fratelli d’Italia.
Se la posizione del Ministro riconfermato da Mario Draghi non sembra a rischio – Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Forza Italia voteranno contro la mozione – è il leader della Lega ad essere messo di fronte alle sue contraddizioni: da settimane non perde occasione per attaccare il Ministro e la sua posizione rigorista sulle riaperture. Solo parole, però, perchè la Lega di Salvini fa parte della maggioranza e, almeno sulla carta, dovrebbe sostenere l’esecutivo.
La compare di sempre, Giorgia Meloni, dalla sua debole opposizione può permettersi di fare quello che Matteo Salvini vorrebbe fare: passare dalle parole ai fatti. Ci ha già provato ieri alla Camera, presentando un ordine del giorno per spingere il governo a rivedere il coprifuoco, ma la Lega di Salvini le ha dato buca e ha scelto di supportare il governo di cui fa parte.
Se a giustificare la mancata partecipazione della Lega al voto di ieri alla Camera c’era l’accordo raggiunto dall’esecutivo su una revisione delle misure restrittive verso la metà di maggio, oggi nulla dovrebbe impedire a Salvini di realizzare il suo sogno: provare a mandare a casa il Ministro Speranza e sperare che la guida della Salute in Italia passi a qualcuno più orientato alle riaperture, al di là di quello che dicono i dati.
Sfiducia a Speranza. Meloni mette Salvini davanti alle sue contraddizioni
Giorgia Meloni si è giocata la carta giusta. Ha tradotto in azione quello che Salvini va predicando ormai da settimane e ha messo il leader della Lega davanti alle sue contraddizioni: darà seguito ai suoi ripetuti attacchi a Speranza e anche stavolta si comporterà da proverbiale cane che abbaia e non morde?
Fonti della Lega dicono che i senatori leghisti voteranno contro la mozione presentata da Fratelli d’Italia, in linea col resto dell’esecutivo, ma Salvini fino all’ultimo non si sbilancia:
Prima di decidere su come votare vorrei farmi una chiacchierata con il sottosegretario Sileri, persona che stimo enormemente di cui ho grande fiducia, per chiedergli come ha vissuto, come ha lavorato e come sta lavorando con Speranza.
Il discorso di Speranza al Senato
Intervenuto questa mattina al Senato, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha difeso il proprio operato e ribadito, come già fatto a più riprese negli ultimi mesi, che in un momento così delicato per l’Italia, quello che Salvini e Meloni stanno facendo non è altro che “sfruttare l’angoscia di tanti italiani per miopi interessi di parte”:
È con amarezza che vedo nelle ultime settimane prevalere invece lo scontro politico, spesso anche alimentando un linguaggio di odio che non può mai essere accettato. Questo è profondamente sbagliato, perché produce danni enormi, non a me o al Governo di cui faccio parte, ma all’intero Paese, che invece deve restare unito in un passaggio così delicato. Questo ci ha chiesto il presidente Mattarella quando ha proposto a tutti noi di sostenere il nuovo governo Draghi; questo ho sempre ribadito in ogni mio intervento in Parlamento e questa rimarrà sempre la mia posizione: unità, unità, unità!