COVID-19 in Inghilterra: contagi mai così bassi da settembre
Qual è la situazione dei contagi in Inghilterra a quasi due settimane dalle prime riaperture? Vediamo insieme i dati ufficiali.
A quasi due settimane dalle prime riaperture in Inghilterra si può iniziare a fare un primo bilancio di come stanno andando le cose con una campagna di vaccinazione tra le più virtuose al Mondo e la ripresa di una quasi normalità in tutto il Paese. A che punto siamo coi contagi in Inghilterra?
Il tasso di infezione nel Regno Unito non è mai stato così basso dallo scorso settembre. Nell’ultima settimana, lo dicono i dati diffusi dalle autorità sanitarie inglesi, 16.776 persone sono risultate positive almeno una volta dal 21 aprile a ieri, il 9% in meno rispetto alla settimana precedente. Un numero così basso di contagi in Inghilterra non si vedeva dalla settimana del 2 settembre, oltre sei mesi fa.
Nel 95% dell’Inghilterra il contagio è sceso al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti – al di sopra ci sono soltanto una decina di aree in cui, come nel caso di Selby nel North Yorkshire, l’incidenza va dai 109,2 casi ogni 100mila abitanti ai 53,5 casi ogni 100mila abitanti. Non solo: in tre aree dell’Inghilterra non si sono registrati nuovi casi nell’ultima settimana.
Boom dei test rapidi anti-COVID in Inghilterra
Il merito di questi dati molto rassicuranti non è da ricercare soltanto nei vaccini e chiusure che si sono protratte per lunghe settimane, ma anche nell’iniziativa promossa dal governo britannico sui tamponi gratuiti per tutti i cittadini inglesi con sintomi dell’infezione da COVID-19.
Ogni cittadino inglese ha diritto a due tamponi gratuiti ogni settimana, da ritirare nella farmacia più vicina a casa. Questa iniziativa, lo dicono i dati, ha portato ad un vero e proprio boom di tamponi rapidi: in appena una settimana il totale dei tamponi rapidi eseguiti in Inghilterra è salito di un milione. Se nella settimana precedente al 21 aprile erano stati eseguiti 4.8 milioni di tamponi, nella settimana successiva quel numero è salito a 5.8 milioni.
Il merito è anche del tracciamento dei contagi in Inghilterra
I test rapidi, però, da soli non sono sufficienti a rallentare il contagio. Serve il tracciamento dei contatti e ad oggi, dopo il flop dello scorso anno, il sistema Test and Trace messo in piedi in Inghilterra sembra reggere.
Gli ultimi dati diffusi dal sistema sanitario inglese dicono che delle 12.259 persone che negli ultimi sette giorni hanno comunicato la propria positività alle autorità sanitarie, l’88,9% di essi è stato richiamato dai tracciatori di contatti per avere informazioni sui contatti più stretti che potrebbero essere stati contagiati.
UK, verso un ritorno alla normalità
Di fronte a dati così incoraggiati, il programma di riapertura del Paese prosegue senza intoppi. Oggi sono ripartiti i collegamenti via traghetto tra Portsmouth e l’Isola di Wight, rimasti interrotti per quattro mesi e anche l’Inghilterra, dopo Barcellona, inizia a pensare alla ripresa dei concerti con un test che richiama da vicino quello già eseguito in Spagna poche settimane fa.
Il concerto-test si svolgerà a Liverpool, in un tendone montato in queste ore che vedrà 5mila persone assistere ad un concerto dei Blossoms. A differenza dell’esperimento spagnolo, però, i partecipanti non soltanto non dovranno rispettare il distanziamento sociale, ma non dovranno neanche indossare le mascherine.
Tutti i partecipanti dovranno sottoporsi ad un test rapido anti-COVID prima di assistere al concerto e fornire tutti i propri contatti al servizio sanitario inglese così da poter essere contatti nel caso in cui emergano dei casi positivi durante il concerto.