I cani riescono a individuare il Covid in meno di un secondo
Secondo un studio riportato dal The Guardian, i cani, se addestrati adeguatamente, sono in grado di rilevare un paziente positivo al coronavirus
Alcuni cani grazie al loro fiuto riescono ad individuare più velocemente di un test molecolare i positivi al Covid. E’ quanto emerge da uno studio di cui ha dato notizia “The Guardian”. Le persone infettate dal coronavirus emanano un odore distinto, che questi cani altamente addestrati possono rilevare con precisione millimetrica. Questo diventa possibile grazie alla presenza di un particolare muco che ha funzione particolare: sciogliere le molecole di odore dall’aria e trasportarle ai recettori olfattivi nella parte superiore del naso dei cani.
LO STUDIO
Ha parlato dello studio la dottoressa Claire Guest che nel 2002 insieme al chirurgo ortopedico, John Church, aveva pensato di verificare se i cani potessero essere addestrati per distinguere l’urina di persone sane e quella di pazienti con il cancro della vescica. La ricerca mostrò che in cani erano in grado di farlo. Il lavoro portato avanti dall’associazione benefica “Medical Detection Dogs” ha permesso di poter andare a fondo in questo studio. L’organizzazione benefica addestra cani da compagnia in grado di rilevare i cambiamenti di odore nelle persone con diabete di tipo 1 e altri disturbi gravi. Studia anche le capacità dei cani di rilevare tumori e altre malattie, incluso il Parkinson.
Secondo quanto riporta “The Guardian” allo studio hanno partecipato sei cani, uno dei quali di nome Tala. Dalla ricerca è emerso che questi animali a quattro zampe potevano rilevare il Covid-19 sugli indumenti indossati da persone infette con una sensibilità fino al 94,3%: identificavano correttamente 94 persone infette su 100. Ciò si confronta con una sensibilità del 97,2% per i test PCR. E i cani li superano in velocità, facendo una diagnosi in meno di un secondo. “Ciò include le persone che sono asintomatiche e anche le persone con una bassa carica virale“, ha detto il prof. James Logan di LSHTM, che ha co-condotto lo studio.
Tra le razze di cani particolarmente propense ad avere la capacità di rilevare il covid con l’olfatto, dicono gli esperti, ci sono cani da caccia come gli spaniel o ancora i retriever e i labrador. E sono necessarie dalle otto alle dieci settimane per addestrare un cane ad essere effettivamente operativo.
Ma per quanto accurati, i cani non sostituiranno mai i test PCR. Sebbene possano essere utili negli aeroporti, dove potrebbero schermare rapidamente i passeggeri in fase di sbarco, quelli identificati richiederebbero un test PCR di conferma e metterli in quarantena in attesa dei risultati, ma ciò creerebbe disagi a molte meno persone rispetto a richiedere a tutti di mettersi in quarantena e sottoporsi a test PCR.