Nuova variante del Covid in Vietnam: cosa sappiamo
In Vietnam individuata una nuova variante del Covid-19, combina le caratteristiche di quella inglese e la indiana: cosa si sa
Il coronavirus continua a mutare e in Vietnam è stata isolata una nuova variante. La notizia arriva direttamente dal ministro della Salute Nguyen Thanh Long, che ha spiegato pubblicamente come questa nuova mutazione del Covid-19 combini caratteristiche della variante indiana e di quella inglese. Rispetto alle precedenti mutazioni, questa vietnamita sarebbe ulteriormente più trasmissibile e si diffonderebbe rapidamente anche attraverso l’aria. Questa variante sarebbe la causa della nuova ondata di contagi in Vietnam, con casi registrati nell’ultimo mese in ben 31 città differenti. ”In modo più specifico – aggiunge il ministro della Salute vietnamita – si tratta della variante indiana con mutazioni che originariamente appartenevano alla variante del Regno Unito”.
Vietnam: la variante mix del Covid-19
È inevitabile che questa nuova variante del Covid-19 aumenti le preoccupazioni in un momento in cui i vaccini stanno facendo rivedere la luce. Di recente è stato appurato che i farmaci attualmente inoculati siano efficaci contro la variante indiana (purché si iniettino due e non una sola dose), ma saranno altrettanto efficaci con quella vietnamita? Ne ha parlato all’Adnkronos il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco: “Questa variante ‘mix’ “getta qualche ombra anche rispetto a quanto stiamo osservando in Inghilterra, una velocità di risalita della curva. Al momento questa variante è importante averla individuata, avere acquisito la capacità”, aggiunge. Come avviene alla scoperta di ogni nuova variante, dunque, ci deve essere la giusta preoccupazione, ma non deve scattare un allarmismo non giustificato. Il continuo presentarsi di mutazioni del virus, prosegue Pregliasco, “ci deve dire solo una cosa: proseguiamo su questa autostrada che speriamo sia diretta verso una nuova normalità, premendo ‘a tavoletta’ sull’acceleratore delle vaccinazioni, ma controllando la velocità nelle riaperture. Progressione e gradualità”.
Bassertti: “Nessun allarme, le varianti ci saranno sempre”
Alcuni studi recenti sottolineano che entro 10 anni il virus sarà catalogato come un normale raffreddore stagionale, ma inevitabilmente si passerà attraverso altre varianti, come argomenta Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria. “Le varianti ci saranno sempre. Più le cerchiamo, più le troveremo – spiega ad Adnkronos – non è la prima né sarà l’ultima. Dobbiamo continuare con quello che stiamo facendo. Abbiamo vaccini che funzionano bene anche con le varianti e dobbiamo vigilare attentamente. Si tratta di mutanti che arrivano dall’estero, ma non c’è niente di diverso che dobbiamo fare. È anche ora di finirla che ogni volta che si trova una variante da una parte recondita del mondo diventa la prima notizia. Sembra un continuo al lupo, al lupo. Ma così poi la gente finisce per non ascoltare”.
Già, perché se c’è una cosa che ci ha insegnato questa pandemia, è che la comunicazione è fondamentale, soprattutto in ambito medico. In attesa di conoscere più dettagli sula variante vietnamita, è appurato che i vaccini funzionino (riducono al minimo il rischio di contagio grave) con tutte le mutazioni fin qui conosciute, eppure si continuano a lanciare allarmi a destra e a manca. Il risultato è un disorientamento dell’opinione pubblica, che non sa più a chi credere.
Un esempio? Il consiglio di abbassare e alzare la mascherina in continuazione mentre si mangia al ristorante. “Se si dice che al ristorante tra un boccone e l’altro si deve mettere la mascherina – spieta ancora Bassetti – il rischio è che nessuno le rispetti, queste regole. Invece bisogna fare prescrizioni che possono essere rispettate e seguite. Bisognerebbe azzerare tutto e ripartire con un sistema semplice di regole. O rischiamo di aggrovigliarci su noi stessi e di diventare il Paese che uscirà più tardi dalla pandemia. Quindi, usciamo dalle logiche dei decreti, obblighi e divieti e puntiamo a consapevolizzare la gente. Dobbiamo capire che questa è una nuova fase”.
E in questa nuova fase saranno fondamentali i risultati dei piani vaccinali. Ad esempio, quello inglese che ha puntato a coprire più persone con almeno una dose, si sta rivelando sbagliato con la variante indiana, che viene disinnescata dalle due dosi.