Bangkok diventa zona rossa. Test di massa per i cittadini
La Thailandia sta facendo i conti con la terza ondata della pandemia e da ieri, venerdì 16 aprile, le zone al momento più colpite sono state classificate come zona rossa. È il caso di Bangkok e di 17 province della Thailandia, dove fino a nuove ordine resteranno in vigore misure restrittive con l’obiettivo di limitare
La Thailandia sta facendo i conti con la terza ondata della pandemia e da ieri, venerdì 16 aprile, le zone al momento più colpite sono state classificate come zona rossa. È il caso di Bangkok e di 17 province della Thailandia, dove fino a nuove ordine resteranno in vigore misure restrittive con l’obiettivo di limitare il più possibile la diffusione del contagio.
Nessun coprifuoco notturno, ma chiusura di attività considerate non essenziali e limitazioni agli spostamenti dei cittadini che da ieri sono invitati a sottoporsi ad uno screening di massa, come confermano le immagini che arrivano oggi dalla Thailandia. Le misure restrittive da “zona rossa” nel Paese non sono neanche paragonabili a quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in Italia: i bar e i ristoranti in zona rossa possono operare fino alle 23, anche se il servizio al tavolo e il consumo di alcolici si dovrà interrompere alle 21.
Centri commerciali e grandi negozi possono rimanere aperti fino alle 21, anche se l’accesso dei clienti sarà contingentando per ridurre al minimo il rischio di assembramenti e di contagio. I piccoli negozi e i supermercati, invece, possono prolungare l’orario fino alle 23.
Vietati in tutto il Paese gli eventi, al chiuso o all’aperto, che richiamano più di 50 persone e scuole e università chiuse per almeno 14 giorni, con la sola eccezione degli esami che potranno continuare a svolgersi in presenza.
Nelle ultime 24 ore in Thailandia sono stati registrati 1.582 nuovi casi di COVID, la quasi totalità dei quali è legata al contagio interno. Solo 5 i nuovi casi di importazione.
La Thailandia sta facendo i conti anche una scarsità di vaccini. L’obiettivo del Paese è quello di vaccinare almeno il 60% della popolazione che conta circa 70 milioni di persone, ma ad oggi le inoculazioni sono state poco meno di 600mila: 510.456 persone hanno ricevuto almeno una dose tra il 28 febbraio e il 15 aprile, mentre 75.576 di loro possono già immunizzati con entrambe le dosi.