Mattarella a Palermo ricorda le stragi di Capaci e di via d’Amelio
Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Palermo per intervenire alla cerimonia commemorativa che si è svolta nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone. Ad affiancare il Capo dello Stato c’erano anche Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone; Luciana Lamorgese, Ministro dell’interno; Marta Cartabia, Ministro della giustizia;
Nel giorno dell’anniversario della strage di Capaci il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è recato a Palermo per intervenire alla cerimonia commemorativa che si è svolta nell’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone. Ad affiancare il Capo dello Stato c’erano anche Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone; Luciana Lamorgese, Ministro dell’interno; Marta Cartabia, Ministro della giustizia; Lamberto Giannini, Capo della Polizia-Direttore generale della pubblica sicurezza; e Patrizio Bianchi, Ministro dell’istruzione.
Nel chiudere la cerimonia, Mattarella ha ricordato che la mafia è ancora oggi molto presente e radicata sul territorio:
L’onda di sdegno e di commozione generale, suscitata dai gravissimi attentati a Falcone e a Borsellino, il grido di dolore e di protesta che si è levato dagli italiani liberi e onesti è diventato movimento, passione, azione. Hanno messo radici solide nella società. Con un lavorio paziente e incessante, hanno contribuito a spezzare le catene della paura, della reticenza, dell’ambiguità, del conformismo, del silenzio, della complicità.
La mafia, lo sappiamo, esiste tuttora. Non è stata ancora definitivamente sconfitta. Estende i suoi tentacoli nefasti in attività illecite e insidiose anche a livello internazionale. Per questo è necessario tenere sempre la guardia alta e l’attenzione vigile da parte di tutte le forze dello Stato. Ma la condanna popolare, ampia e possente, ha respinto con efficacia, in modo chiaro, corale e diffuso, i crimini, gli uomini, i metodi, l’esistenza della mafia.
Nessuna zona grigia, nessuna omertà né tacita connivenza: o si sta contro la mafia o si è complici dei mafiosi. Non vi sono alternative. […] Falcone e Borsellino erano due magistrati di grande valore e di altissima moralità. L’intelligenza e la capacità investigativa erano valorizzate e ingigantite da una coscienza limpida, da un attaccamento ai valori della Costituzione, da una fiducia sacrale nella legge e nella sua efficacia.