Pompei: rinvenuto carro cerimoniale quasi integro
Gli scavi di Pompei hanno restituito un grande carro cerimoniale a quattro ruote. L’annuncio è stato dato dal Parco Archeologico di Pompei e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, nell’ambito degli scavi di una villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica. Gli archeologi hanno riportato
Gli scavi di Pompei hanno restituito un grande carro cerimoniale a quattro ruote. L’annuncio è stato dato dal Parco Archeologico di Pompei e dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata, nell’ambito degli scavi di una villa suburbana in località Civita Giuliana, a nord di Pompei, oltre le mura della città antica. Gli archeologi hanno riportato alla luce un grande carro con elementi in ferro e decorazioni i bronzo e stagno, con i resti lignei mineralizzati e addirittura elementi organici come corde e decorazioni vegetali.
Il carro è emerso quasi integro nel porticato che dà accesso ad una stalla nella quale nel 2018 erano stati ritrovati già i resti di 3 equidi, tra cui un cavallo bardato. Si tratta di un reperto unico che oltre al valore intrinseco ne ha anche uno secondario, poiché consente di conoscere di più in merito alle usanze degli abitanti della villa e dell’insediamento intero.
Franceschini: “Venti ettari da scavare a Pompei”
Si trattava probabilmente di un carro da parata, utilizzato per il culto di Cerere e Venere, oppure per le nozze degli aristocratici. Pregevoli i decori a tema erotico, il carro presenza ancora le tracce dei cuscini e addirittura di due spighe di grano che sarebbero state lasciate su un sedile. Molto soddisfatto il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini: “Una scoperta di grande valore scientifico. Pompei continua a stupire e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Un plauso e un ringraziamento al Parco Archeologico di Pompei, alla Procura di Torre Annunziata e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale per la collaborazione che ha scongiurato che reperti così straordinari fossero trafugati e illecitamente immessi sul mercato”.