Alexey Navalny torna in Russia. Arrestato in diretta TV insieme ai suoi sostenitori
L’oppositore russo Alexey Navalny è stato arrestato a Mosca subito dopo il suo arrivo da Berlino a 5 mesi dall’avvelenamento col Novichok.
L’oppositore russo Alexey Navalny, diventato nemico pubblico numero uno del Cremlino dopo l’avvelenamento col Novichok e la lunga permanenza in Germania, è rientrato oggi in Russia a bordo di un aereo della compagnia low cost Pobeda partito da Berlini poche ore prima ed è stato prontamente arrestato dalle autorità russe subito dopo l’atterraggio.
Navalny si trovava in Germania dallo scorso agosto, quando dopo il suo avvelenamento a bordo di un volo interno in Russia era stato accolto dal Paese di Angela Merkel per la terapia necessaria e tutte le indagini sulle cause di quell’avvelenamento. Poche settimane fa era arrivata la conferma: l’oppositore russo era stato avvelenato con l’agente nervino Novichok.
Oggi, a 5 mesi di distanza e in condizioni di salute più che buone, Alexey Navalny è rientrato in Russia pur consapevole del mandato di arresto che pendeva su di lui, legato alla violazione della libertà vigilata a cui era sottoposto da prima del tentato omicidio con l’agente nervino. Una condanna arriva nel 2014 per appropriazione indebita e riciclaggio di denaro, accuse che Navalnyv aveva sempre respinto con forza e definite puramente inventate dalle autorità russe per metterlo a tacere.
A dargli ragione era stata nel 2018 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo a cui si era rivolto lo stesso Navalnyv contro la sentenza del 2014 e le altre sei ricevute a partire dal 2012.
La Corte di Strasburgo aveva sentenziato che quegli arresti e le relative condanne erano in chiara violazione degli articoli 5.1, 6.1 e 11 della Convenzione europea – “due degli arresti non avevano scopi legittimi e altri cinque non erano necessari in una società democratica” – riconoscendo un aspetto fondamentale del movente politico dietro quegli arresti e quelle condanne.
L’avvelenamento di Alexey Navalny con l’agente nervino Novichok
Gli arresti e le condanne non avevano subito l’effetto sperato dalle autorità russe, ricorse quindi, secondo quanto denunciato pubblicamente dallo stesso Navalnyv, a metodi più drastici: l’avvelenamento con l’agente nervino Novichok. I fatti risalgono al 20 agosto dello scorso anno: Navalnyv entrò in coma mentre si trovava a bordo di un volo partito da Tomsk e diretto a Mosca. Il trasferimento a Berlino fu organizzato in poche ore e le sue condizioni di salute iniziarono a migliorare soltanto poche settimane dopo, fino alle sue dimissioni dall’ospedale il 22 settembre successivo.
La sostanza usata per avvelenare Navalnyv – e la modalità con cui l’avvelenamento sarebbe avvenuto – è stata identificata soltanto in seguito in una serie di analisi condotte tra la Germania, la Svezia e la Francia che hanno dato lo stesso esito: l’agente nervino Novichok, sviluppato in Russia tra gli anni ’70 e e gli anni ’90 e utilizzato negli ultimi anni anche per avvelenare altri avversari del governo russo, da Sergei Skripal e sua figlia Yulia nel 2018.
Gli arresti arresti legati a Navalnyv
Le autorità russe avevano già avvisato Navalnyv del suo arresto all’arrivo a Mosca, ma l’oppositore e fondatore del partito Russia del Futuro, diretto oppositore di Vladimir Putin, ha deciso comunque di partire e portare avanti la propria battaglia contro il regime russo, chiamando anche a raccolta i suoi sostenitori.
L’appello lanciato da Navalnyv prima della partenza è stato raccolto da centinaia e centinaia di persone che si sono ritrovate allo scalo russo di Vnukovo per accoglierlo. Neanche quel bagno di folla gli è stato concesso: il volo è stato dirottato allo scalo di Sheremetyevo, mentre le forze dell’ordine hanno fatto scattare le manette ad almeno 40 persone giunte ad accogliere Navalnyv, inclusi gli storici collaboratori Ljubov Sobol, Ruslan Shaveddinov e Konstantin Kotov.