Austria: “Se l’UE vuole chiudere le piste da sci deve pagare”
L’Austria rigetta la proposta dell’Italia di una chiusura delle piste da sci a livello europeo. La stagione sciistica è troppo importante.
L’Austria non condivide minimamente la proposta dell’Italia di chiudere le piste da sci a livello europeo durante le festività natalizie come misura di contrasto alla diffusione del contagio da coronavirus. Il ministro delle Finanze austriaco Gernot Bluemel ha spiegato che “per l’industria turistica austriaca la pandemia da Covid 19 rappresenta in tutti i sensi un’enorme minaccia, in termini di salute ed economici” e che chiudere fare perdere circa 2,4 miliardi di euro solo per le tre settimane di vacanze di fine anno.
Bleuemel ha detto poi che se l’Unione Europea davvero vuole chiudere le piste, “allora deve pagare”, assicurando l’80% dei proventi, in linea con quanto lo stesso Stato austriaco prevede in termini di risarcimento alle attività commerciali chiuse in questo periodo.
Le Regioni italiane avevano chiesto nei giorni scorsi regole comuni europee su questo argomento. Luca Zaia, Presidente del Veneto, aveva detto:
Se le piste devono rimanere chiuse, ciò valga per tutta l’Europa. Non si può vietare lo sci in Alto Adige e consentirlo in Carinzia. Sarebbe una presa in giro inaccettabile.
Il Premier Giuseppe Conte proprio ieri, mentre invitava a un Natale sobrio, limitando il più possibile la socialità, aveva anche detto di essere a lavoro per un protocollo comune europeo con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese Emmanuel Macron, sottolineando che, a suo avviso e in base a quanto gli riferisce il Comitato Tecnico Scientifico, non si possono consentire vacanze sulla neve per le festività natalizie.
Ora, dunque, non è escluso che parta un tira e molla tra gli Stati UE sulla questione della chiusura degli impianti sciistici. Lo sci è uno sport che consente di mantenere la distanza, che si svolge all’aperto e permette di indossare caschi e mascherine, tuttavia sulle piste e soprattutto sulle funivie gli assembramenti non mancano, perciò non può di certo essere considerato uno svago a rischio zero per quanto riguarda il contagio.