Tracciamento fallito? Brusaferro (ISS) insiste: “Non molliamo, tracciare anche gli asintomatici”
Interrompere il tracciamento degli asintomatici? Brusaferro (ISS) si dice convinto che ora più che mai sia necessario non gettare la spugna.
All’indomani della conferenza stampa dell’Istituto Superiore di Sanità sull’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia, il Presidente Silvio Brusaferro è intervenuto questa mattina in audizione in Commissione Sanità del Senato e ha affrontato un delicato tema di cui si sta discutendo in questi giorni: il tracciamento dei positivi asintomatici. O meglio il non-tracciamento degli stessi.
È chiaro che in questa fase della pandemia è più difficile che in passato effettuare con precisione il tracciamento dei contatti dei soggetti che risultano positivi al COVID-19. I numeri sono in costante crescita giorno dopo giorno e in diverse Regioni d’Italia sembra si sia gettata la spugna.
Non interrompere il tracciamento degli asintomatici
Oggi Brusaferro ha ribadito l’importanza di non lasciare indietro i soggetti asintomatici:
Individuare le persone portatrici del virus è la prima frontiera per contenere l’infezione. Tracciare le persone venute a contatto stretto con i positivi è importante. Quando questa misura viene meno, perché il numero di casi è significativo, è particolarmente difficile poi poter far fronte. Se ci sono dieci persone da contattare si riesce, se sono mille diventa difficile.
L’impressione, però, è che si sia già arrivati alla fase in cui contattare e monitorare tutti i soggetti venuti a contatto coi soggetti positivi è un’impresa davvero ardua, soprattutto perché nei mesi scorsi non è stato fatto abbastanza per potenziare il personale dedicato al tracciamento dei contatti.
Rivedere la tipologia di test da eseguire
L’indice di contagio Rt è superiore a 1 in tutte le Regioni, ma in alcune realtà è più alto e con questo aumento sale inevitabilmente la diffusione del virus. Anziché lasciare indietro gli asintotici, ha spiegato Brusaferro, è necessario rivedere il sistema di test:
La realtà dei test oggi vede come golden standard il tampone molecolare. Adesso ci sono i test antigenici rapidi che hanno una performance buona e anche nei documenti ufficiali del ministero sono stati proposti per un utilizzo in determinati contesti. La ricerca tecnologica però è molto rapida e penso che nelle prossime settimane potremo disporre di ulteriori test ancora più facili da usare e questo tipo di test sicuramente sarà una grande agevolazione.
Questo potrebbe non ridurre la quantità di persone da testare, ma la velocità delle procedure di test, riservando i tamponi molecolari alle persone con sintomi e sottoponendo tutti gli altri ai test rapidi.