Calabria in area rossa, Spirlì: “Impugneremo l’ordinanza. Isolamento per noi è fatale”
Il Presidente facente funzioni della Calabria Nino Spirlì annuncia che impugnerà l’ordinanza con cui la sua regione è inserita in area rossa.
Prima si sono levate le voci di alcuni consiglieri di maggioranza, poi direttamente quella del Presidente facente funzioni della Regione Calabria Nino Spirlì, che ha assunto il ruolo dopo la morte di Jole Santelli. La Calabria non ci sta a essere inserita nell’area rossa, i numeri non sono gravi come quelli di Lombardia, Piemonte e Valle D’Aosta, perciò pretende un trattamento diverso.
Spirlì ha così annunciato stamattina:
Impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale.
Poi ha fatto riferimento al confronto avuto con il governo nei giorni scorsi:
Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta.
E ha anche parlato delle altre regioni più “fortunate”:
Altre regioni, con dati peggiori dei nostri, sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato – e ne sono felice – la chiusura. Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la “vita” o la “morte” di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria.
Spirlì in ogni caso non nega “le ataviche difficoltà” del sistema sanitario calabrese, ma spiega:
I queste ultime settimane, la Regione – attraverso misure differenziate e restrizioni mirate – è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo. I dati ufficiali confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale.
Spirlì ha concluso:
Il numero complessivo dei contagi e lo stato attuale del nostro servizio sanitario non possono perciò offrire alcun supporto alla scelta di inserire la Calabria nelle zone rosse del Paese. In virtù di queste premesse, nella consapevolezza di dover difendere a ogni costo una regione e una comunità che hanno già fatto enormi sacrifici, annuncio la volontà della Giunta regionale di presentare ricorso un’ordinanza ingiusta. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo.