Caos vaccini in Lombardia, Fontana commissaria Aria dopo l’intervento di Salvini
Fontana entra in azione contro il caos sui vaccini in Lombardia solo dopo le parole di Matteo Salvini, ma resta ben saldo al proprio posto.
La pandemia da COVID-19 ha colto tutti di sorpresa e anche l’Italia è arrivata impreparata di fronte a questa grave emergenza. Un sistema sanitario regionale in particolare, però, si è dimostrato totalmente incapace non soltanto di gestire l’emergenza in corso, ma anche di imparare dai propri errori. È il caso della Regione Lombardia, colpita con violenza dalla prima e dalla seconda ondata – e i dati ci dicono anche la cosiddetta terza ondata sta colpendo in modo importante la Regione a guida leghista – e caratterizzata da una gestione tutt’altro che all’altezza degli elogi che per anni hanno accompagna la sanità lombardia. E la gestione dei vaccini in Lombardia non fa eccezione.
Tante teste sono cadute in quest’ultimo anno in Regione, non ultima quella dell’assessore al Welfare Giulio Gallera, ma Attilio Fontana ha continuato a regnare incontrastato e anche di fronte all’ennesimo scandalo in Lombardia, stavolta legato proprio ai vaccini anti-COVID, resta saldo al suo posto.
I malintenzionati sostengono che sia merito del suo legame con Matteo Salvini – legame che vedrebbe il leader della Lega muovere i fili di Fontana come un burattino – e la recente mossa di Fontana non fa che rafforzare quell’idea per spiegare come mai, dopo oltre un anno di gestione discutibile, Fontana non si sia ancora dimesso.
Salvini interviene, Fontana esegue. Azzerato il Cda di Aria S.p.a
In Lombardia i disagi legati alla campagna di vaccinazione sono all’ordine del giorno, ne parlavamo anche ieri col caso di Cremona, e negli ultimi tre giorni il governatore Fontana è rimasto in silenzio mentre la colpa di questo caos è stata attribuita ad Aria Lombardia, la società della Regione che gestisce le prenotazioni per il vaccino anti-COVID.
Nonostante le denunce dei cittadini e le promesse di una rapida risoluzione, il caos è andato avanti senza soluzione fino a quando, stamattina, il leader della Lega Matteo Salvini ha alzato la voce e chiesto provvedimenti.
Se qualcuno ha sbagliato, ha rallentato o non ha capito, paga, viene licenziato, cambia mestiere.
Salvini non si riferiva ad Attilio Fontana, che resta ancorato con le unghie e con i denti al proprio posto, ma il messaggio era rivolto proprio al governatore lombardo, che in mattinata ha annunciato l’azzeramento del consiglio di amministrazione di Aria S.P.A, a cominciare dal presidente Francesco Ferri.
L’intervento di Fontana, però, è arrivato troppo tardi: il tempo stringe e rimettere in piedi una struttura che non ha funzionato come previsto richiederebbe giorni e giorni che la Regione Lombardia non si può permettere. Dai prossimi giorni, lo ha annunciato anche Matteo Salvini prima della conferma di Fontana, a gestire le prenotazioni dei vaccini in Regione sarà Poste Italiane.
Caos vaccini in Lombardia. Quelle del Cda di Aria saranno le uniche teste a cadere?
La colpa dei problemi legati alla gestione dell’emergenza in Lombardia è stata attribuita di volta in volta ad altri – si è arrivati in modo ridicolo anche a puntare il dito contro l’Istituto Superiore di Sanità in una delle figuracce più gravi fatte da Fontana – ma l’unica costante è stata la presenza del governatore Fontana. Solo poche settimane fa la cacciata di Gallera era stata fatta passare per un cambiamento radicale e l’arrivo di Letizia Moratti a guidare il welfare e in parte la stessa Regione – è diventata vicepresidente insieme a Fontana – non ha mostrato alcun miglioramento.
La stessa Moratti che due giorni fa si è lanciata in un attacco ad Aria S.P.A., definendo inaccettabile l’inadeguatezza di Aria di gestire le prenotazioni del vaccino, sembra aver dimenticato quello che il sindaco di Bergamo Giorgio Gori questa mattina le ha ricordato via Twitter: Aria S.p.a è controllata al 100% della Regione Lombardia di cui sia lei che Fontana sono vicepresidenti.
Se la colpa della pessima gestione è da attribuire ai vertici della società, siamo certi che l’attribuzione delle responsabilità non debba essere estesa anche un gradino appena sopra?