Capitol Hill Police. Cos’è e come funziona la polizia del Campidoglio
Dopo i fatti di cronaca di Washington D.C., fari puntati sulla Polizia del Campidoglio
“La democrazia americana sotto assedio”. “Il giorno più buio”. un “attacco senza precedenti”.
Questi sono solo alcuni dei modi con cui è stato definito quello che è accaduto il 6 gennaio 2021 a Washington D.C, quando una folla di sostenitori del Presidente uscente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha invaso Capitol Hill, il complesso di edifici che ospita il Senato, la Camera dei rappresentanti e la Corte Suprema degli Stati Uniti.
Negli istanti in cui le Camere erano impegnate nella ratifica dell’elezione a Presidente di Joe Biden, alcuni manifestanti in protesta davanti al Campidoglio hanno rotto le barricate e invaso il Congresso, interrompendo così il processo istituzionale.
E mentre le immagini dell’assalto venivano trasmesse dalle principali televisioni del mondo e riportate da molti video girati sul campo e diffusi sulle piattaforme social, in tanti continuavano a chiedersi: dov’è la polizia? È davvero così facile entrare nei luoghi dove si esercita la più grande democrazia del mondo? Ha preso a circolare anche un video che secondo alcuni mostrerebbe il fatto che i manifestanti “sono stati lasciati entrare” (il video è stato girato da Marcus Di Paola e pubblicato sul suo canale TikTok).
Per capire che cosa sia successo bisogna però tener conto della complessità della macchina istituzionale statunitense: mettere a fuoco i processi è essenziale per limitare giudizi avventati e con argomentazioni parziali.
COME FUNZIONA LA POLIZIA A WASHINGTON D.C.?
Quando parliamo del funzionamento delle forze dell’ordine statunitensi è sempre bene ricordare che non si parla mai di un organo unico che fa riferimento a una sola istituzione.
Al contrario, è necessario tenere a mente che si tratta di organi diversi che dipendono dalle decisioni di almeno due (o 52) enti diversi: quello federale e quelli statali. Poi ci sono, a parte, quelli regolamentati dalle forze speciali.
Come se non bastasse, Washington ha dei caratteri di unicità, al punto che se ci si chiede quante forze di polizia o forze dell’ordine operino sul territorio della capitale la risposta può essere anche almeno un paio di decine. Forse tre. L’organismo principale è la Metropolitan Police Department of the District of Columbia che, fra le altre cose, secondo il District of Columbia Home Rule Act, può essere utilizzata direttamente dal Presidente degli Stati Uniti per 48 ore se si verifica un’emergenza. Poi c’è la District of Columbia National Guard, il cui comandante è il Presidente degli Stati Uniti.
Capitol Hill però, il complesso di edifici assaltato ieri, possiede un organo di polizia a sé stante, la Capitol Hill Police, che vive sotto la sovrintendenza del Congresso degli Stati Uniti.
Donald Trump, presidente in carica nelle ore in cui è avvenuto quello che in molti non hanno esitato a definire golpe o colpo di stato, non ha ordinato alla “sua” polizia di intervenire. La richiesta di intervento della guardia nazionale non riporta il nome di Trump. Fino all’attivazione da parte del Dipartimento della Difesa, sentiti il vicepresidente Pence e i leader del Congresso, gli uomini di Capitol Hill sono rimasti “soli” nel tentativo di sedare la rivolta.
https://youtube.com/watch?v=IvJVZAxJE8Y
COS’È LA CAPITOL HILL POLICE?
La Capitol Hill Police è un organo di polizia a sé stante, che – come detto – risponde al Congresso degli Stati Uniti.
Formalmente, il suo compito è quello di vigilare e proteggere il complesso di edifici statali presenti nella capitale, dal Campidoglio alla piazza antistante la grande cupola, finanche ai membri del congresso – e le loro famiglie – riuniti nell’esercizio della democrazia.
Sulla pagina web governativa che ne racconta l’operato, si legge:
«Oggi, l’USCP (United States Capitol Police) incarna il meglio della polizia americana e funge da modello in materia di sicurezza, prevenzione della criminalità urbana, protezione dignitaria, capacità di risposta specialistica e sicurezza nazionale. Proteggiamo con orgoglio il processo legislativo, il simbolo della nostra democrazia, le persone che portano avanti il processo ei milioni di visitatori che ogni giorno si recano qui per vedere la democrazia in azione. Agire sulla scena mondiale in un ambiente aperto e garantire che ogni interazione che abbiamo lascia un’impressione duratura che rifletta il ramo legislativo è una parte essenziale dei nostri valori ed è fondamentale per il raggiungimento della nostra missione».
LA STORIA DELLA CAPITAL HILL POLICE
La nascita della Capital Hill Police risale al 1801, l’anno in cui il Congresso degli Stati Uniti fu spostato da Philadelphia – la città in cui fu scritta la Dichiarazione d’Indipendenza – a Washington DC, luogo designato all’esercizio del potere della democrazia Statunitense.
La nascita formale della Capitol Hill Police, però, risale all’aprile del 1828, a seguito di un episodio che rimarrà nella storia.
Il fatto avvenne durante la presidenza di John Quincy Adams, un democratico figlio a sua volta del secondo presidente degli Stati Uniti, che richiese esplicitamente al Congresso di istituire un corpo di polizia responsabile di quanto avveniva nei 100 acri di Capitol Hill.
La sua richiesta era legata al fatto che Russell Jarvis, un giornalista schierato a favore di Andrew Jackson – che sarebbe diventato presidente l’anno dopo – aveva oltraggiato il figlio del presidente nella grande piazza ai piedi del Congresso.
La vicenda merita di essere raccontata nella sua interezza.
Benjamin Perley Poore, storico statunitense dell’800, nel suo Reminiscences of 60 Years in the National Metropolis, il libro che raccontava i retroscena della Washington a metà del XIX secolo, riporta l’incontro che fece scattare le avversità.
Il figlio di Adams, interloquendo con un reverendo durante un evento pubblico alla Casa Bianca a cui Jarvis stesso era invitato, insultò pesantemente il giornalista, in modo che tutti i presenti potessero ascoltare.
Passati alcuni giorni, il giornalista scrisse una lettera ad Adams Jr, alla ricerca di spiegazioni che gli furono negate. Com’è facile intuire, Jarvis era in cerca di rivalsa, e l’occasione gli si presentò qualche tempo più tardi, proprio nella rotonda antistante il Campidoglio.
Adocchiato il suo avversario, Jarvis gli corse in contro dicendo di volergli porgere le sue scuse, ma quello che accadde fu diverso. A raccontarlo è lo stesso giornalista in un resoconto di suo pugno scritto per il quotidiano Niles ‘Register:
«Ero eccitato dal suo continuo rifiuto di confrontarsi con me, – si legge – e dal ricordo di quanto accaduto nella Casa Bianca, al punto di non aver paura di commettere un’aggressione alla sua persona che consisteva semplicemente nel tirargli il naso e schiaffeggiarlo su un lato del viso, con la mia mano aperta».
Questo resoconto, quasi comico se letto a distanza di due secoli, suscitò un enorme sconcerto. Per questo motivo, il Presidente Adams richiese esplicitamente che il Congresso si occupasse di creare un corpo di polizia che si occupasse solamente di quanto avveniva nei 100 acri di Capital Hill.
Il 2 maggio del 1828 il Congresso approvò la costituzione del corpo di polizia che ha giurisdizione esclusivamente nell’area del Campidoglio di Washington D.C.
Al momento, questo corpo di polizia è composto da circa 2000 agenti.
LE DOMANDE
Il giorno dopo l’insurrezione, gli interrogativi sono tanti. L’attacco poteva essere previsto? I poliziotti erano impreparati? Si sono davvero opposti ai manifestanti? E se si fossero opposti con le armi e con la forza, cosa sarebbe successo? Se fosse scattata la guerriglia, anche dato il fatto che molti tra questi esaltati erano armati, cosa racconteremmo oggi?
Forse, prima di lanciare giudizi affrettati, dovremmo provare a porci queste domande.