Cenoni, deroghe e spostamenti, l’alt dell’esperto: “Si rischia di far ripartire il contagio”
Spostamenti e cenone natalizio, Villani (Cts): “Possibile con una cultura sanitaria diversa ma in Italia c’è ancora chi contesta l’uso della mascherina”
Dopo i cambi di colore delle regioni, in tanti pensano che deroghe per gli spostamenti e per il cenone natalizio saranno concesse. Ma non si rischia di richiudere poi tutto dopo il 6 gennaio? Sì, secondo diversi esperti che stanno mettendo in guardia da tempo sul liberi tutti o quasi nel periodo natalizio.
Tra questi, Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) per l’emergenza coronavirus che al Messaggero spiega: “Bisogna fare i conti con la realtà: oggi ogni assembramento è un rischio e spostarsi da una regione all’altra può far ripartire il contagio. Sarebbe tutto possibile con una cultura sanitaria diversa ma in Italia c’è ancora chi contesta l’uso della mascherina”.
D’altra parte “se si sta a tavola mantenendo il distanziamento di un metro non cambia molto che si stia in 3 o in 8. Ma come si fa a valutare o ad imporlo se qui non si è neppure capito che il problema non è passeggiare in sé ma assembrarsi a Ponte Milvio, sul lungomare di Napoli o a Milano? Servirebbe più educazione sanitaria” aggiunge Villani.
Cenone natalizio e altre possibili deroghe per le feste
Tra le deroghe possibili, che sarebbero allo studio del governo, si parla nelle ultime ore di quelle per il cenone natalizio e di capodanno, per la messa della notte di Natale e ancora di deroghe per gli spostamenti in caso di genitori malati. Villani dice: “Sulle deroghe vedremo, quando le presenteranno al Cts capiamo cosa si sta cercando di fare. Però è chiaro che possono essere un rischio perché è impossibile trovare misure che siano universalmente valide per tutti. Purtroppo si fa fatica a capire ancora che il virus si diffonde facilmente”.
Vaccino AstraZeneca: i tempi si allungano?
Guardia alta dunque, anche perché non è affatto detto che a gennaio arriveranno già le prime dosi del vaccino anti Covid: “Ritengo sia improbabile che il prossimo gennaio si possa già iniziare con la somministrazione dei vaccini contro Covid-19, almeno non quelli prodotti da AstraZeneca e dall’Università di Oxford” dice sempre al Messaggero il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano secondo cui: “Probabilmente aspetteremo un po’ di più, specialmente dopo quest’ultimo pasticcio”, cioè l’errore nei dosaggi ammesso da Astra-Zeneca. Intanto oggi il Cts si riunirà per valutare i dati del monitoraggio settimanale dell’epidemia.