Covid, 90mila sanitari contagiati. Ordine medici indaga sui colleghi “negazionisti”
La sottosegretaria Zampa avanza l’ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino per alcune categorie dopo le polemiche su medici e infermieri negazionisti
Su 2.019.660 casi totali di Covid-19 in Italia dall’inizio della pandemia, 89.879 riguardano operatori sanitari. Solo nell’ultimo mese, secondo il monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 27 dicembre, si sono contagiati oltre 16mila tra medici e infermieri, categoria a rischio, per la quale sono iniziate ieri, nel Vax-day, le prime vaccinazioni con il siero di Pfizer-Biontech.
I primi vaccini somministrati a medici e infermieri sono stati accompagnati dalle polemiche per i colleghi che hanno dichiarato di non volersi vaccinare contro il Sars-CoV-2. Il vaccino non è obbligatorio ma il viceministro della Salute e medico Pierpaolo Sileri ha già tirato simbolicamente le orecchie ai sanitari anti-vaccino: “Hanno sbagliato lavoro”.
Lo stesso Ordine dei medici di Roma aveva aperto un’istruttoria su 13 colleghi no-vax, avviando un procedimento disciplinare per alcuni medici che avrebbero manifestato via social o in televisione considerazioni negazioniste o anti vaccino. Certo se un medico dice che il Covid è come una influenza e che i vaccini non servono, qualcosa decisamente non va.
La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, ad Agorà su Rai Tre, avanza l’ipotesi di rendere obbligatorio il vaccino per alcune categorie, anche se non immediatamente: “In questo momento cominciare a parlare di obbligo farebbe un danno” ma “credo che fare il vaccino debba essere precondizione per chi lavora nel pubblico”. Infatti: “Se ci rendessimo conto che c’è un rifiuto, credo andrebbe considerato l’obbligo. Chi lavora nelle Rsa non può mettere a rischio la salute degli ospiti. A scuola chi non è vaccinato non può andare, credo valga anche per gli operatori sanitari e gli insegnanti” conclude la sottosegretaria.