Covid Italia, Ricciardi: “Dicembre e gennaio saranno mesi terribili”

Il consulente di Speranza: “Siamo ancora in piena seconda ondata, dicembre e gennaio saranno terribili”. Richeldi (Cts): “Impossibile allentare misure”

7 Dicembre 2020 13:38

Secondo il professor Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza, dicembre e gennaio saranno mesi molto difficili in relazione all’epidemia di Covid-19 in Italia. Ci vorranno ancora molti sacrifici: “Siamo ancora nel pieno della seconda ondata di Sars-CoV-2, dicembre e gennaio saranno terribili per due motivi: per i problemi nell’accesso ai servizi e per le tante differenze a livello ragionale” spiega il docente di Igiene della Cattolica di Roma, intervenuto oggi al quinto Orphan Drug Day, organizzato online dall’Osservatorio malattie rare (Omar).

Secondo Ricciardi la situazione negli ospedali “è migliorata” ma “ci sono ancora criticità soprattutto sul personale sanitario: solo in quest’ultimo mese sono stati infettati 30mila operatori tra medici e infermieri e quindi si è sguarnita la prima linea”.

Mesi invernali, Richeldi: impossibile allentare misure

Sulle difficoltà dei prossimi mesi avverte anche Luca Richeldi, professore ordinario di Pneumologia e membro del Comitato tecnico scientifico, che invita a tenere alta la guardia: “Dobbiamo tenere duro per tutti i prossimi mesi invernali, c’è poco da dire. Abbiamo davanti la stagione del freddo e, soprattutto a gennaio, dell’influenza, che speriamo sarà meno diffusa anche grazie all’uso delle mascherine”.

La stagione invernale crea le condizioni ideali per la diffusione del Covid: “Luoghi chiusi, affollati, con contatti stretti. Impossibile allentare le misure di prevenzione. Le polmoniti che vediamo oggi sono uguali a quelle di un anno fa e sono molto pericolose. E comunque è di grande conforto vedere che recenti sondaggi indicano chiaramente come la maggioranza degli italiani sia d’accordo con le misure del governo per il contenimento del virus nelle prossime settimane”.

Intanto c’è polemica per la decisione dell’Abruzzo che si è autodichiarato zona arancione e per i messaggi che possono scaturire dal graduale passaggio delle regioni verso unica zona gialla rafforzata nazionale, intorno alla metà di dicembre, come annunciato dal premier Giuseppe Conte.

Il virus ovviamente non conosce feste. Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore regionale alla Sanità della Puglia, a Sky Tg24 ribadisce che la zona gialla non significa un liberi tutti: “Questo è un messaggio fortemente fuorviante. Diversi sindaci al solo annuncio della Puglia in zona gialla, hanno avuto caroselli nelle strade, capannelli, come se tutto fosse finito. Zona gialla vuol dire allerta gialla. Siamo ancora in piena seconda ondata pandemica” ammonisce l’esperto.

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