La curva del contagio scende nel Regno Unito, ma è ancora presto per uscire dal lockdown
La curva del contagio continua a scendere nel Regno Unito, ma è presto per uscire dal lockdown. I dati aggiornati e le misure in vigore.
Da qualche settimana la curva del contagio nel Regno Unito è in calo e la campagna di vaccinazione prosegue a passo spedito. 16,875,536 hanno ricevuto la prima dose, 589,591 sono invece le persone che hanno ricevuto anche la seconda dose e che possono dirsi vaccinate contro il COVID-19.
L’incremento quotidiano dei positivi si è assestato ormai da giorni intorno ai 12mila caso. Ieri il Servizio Sanitario Nazionale ha confermato 12.027 nuovi positivi, mentre l’incremento nell’ultima settimana è stato di 81.472 con un calo del 20,3% rispetto alla settimana precedente.
Il numero dei decessi è ancora alto. Ieri le vittime legate al COVID-19 sono state 533, ma anche su questo fronte i dati sono in calo. Nell’ultima settimana sono decedute 3.633 persone, -27,7% rispetto alla settimana precedente. Andamento simile anche per i nuovi ricoveri legati al COVID: 1.490 i pazienti ospedalizzati il 15 febbraio scorso in tutto il Regno Unito, 11.081 quelli ricoverati nei sette giorni precedenti con un calo del 24,3% rispetto alla settimana precedente.
Le misure anti-COVID in vigore nel Regno Unito
Dopo aver affrontato con difficoltà la seconda ondata della pandemia, più violenta della prima a causa della diffusione della cosiddetta variante inglese del virus SARS-CoV-2, in grado di diffondersi più rapidamente, il Regno Unito si avvia verso un allentamento delle misure di contenimento, con qualche variazione a seconda dell’area del Paese.
L’ordine di rimanere a casa è in vigore in tutto il Regno Unito e in quelli che sembrano i primi passi verso una strategia Zero COVID, si è deciso di mettere una stretta anche agli ingressi nel Paese, con quarantena obbligatoria in appositi hotel per chi arriva dai Paesi considerati più a rischio, tamponi all’ingresso e dopo due settimane.
In Inghilterra, più colpita dalla pandemia rispetto al resto del Regno Unito, l’obiettivo è quello di far tornare in classe gli studenti l’8 marzo prossimo, mentre la riapertura di pub, ristoranti e dell’industria del turismo più in generale non ha ancora una data.
Il governo scozzese ha annunciato l’intenzione di allentare le misure a partire dalle prossime settimane, in modo graduale così da monitorare l’influenza delle prime riaperture sui contagi. Il primo ministro Nicola Sturgeon, però, ha già avvisato i cittadini: nessuna prenotazione per le vacanze di Pasqua, né all’estero né all’interno del Paese.
Anche il Galles si trova nella stessa situazione. L’ordine di rimanere a casa è in vigore e l’obiettivo del primo ministro Mark Drakeford è quello di sollevarlo entro le prossime tre settimane, se la curva del contagio lo permetterà.
L’Irlanda Del Nord, invece, ha già deciso di estendere il lockdown fino al 1° aprile, riservandosi però di rivedere le misure il 18 marzo prossimo e valutare se anticipare la fine delle chiusure.
Nuovo picco di contagi in UK: la variante inglese del virus colpisce i più giovani
(1 gennaio 2021)
La diffusione del nuovo coronavirus nel Regno Unito ha toccato in queste ultime ore un nuovo picco e la colpa sembra essere proprio della variante inglese del virus. A dieci mesi dall’inizio della pandemia da COVID-19 e dopo settimane di misure restrittive più o meno severe a seconda delle aree del Paese, oggi 1° gennaio 2021 sono stati registrati 53.285 nuovi casi di COVID, un numero mai raggiunto dal Regno Unito neanche durante quello che fino a pochi giorni fa era considerato il picco: 25.308 nuovi casi il 17 novembre scorso.
La maggior parte dei nuovi casi, e delle persone attualmente positive al COVID-19, si trovano in Inghilterra, dove ormai da settimane sono in vigore delle misure particolari non valide per la Scozia, il Galles o l’Irlanda del Nord. All’aumento dei casi, come accaduto anche in Italia, corrisponde anche la crescita dei pazienti che necessitano di ospedalizzazione e dei pazienti più gravi che finiscono in terapia intensiva, così come il numero dei decessi.
La colpa di questa rapida ripresa delle infezioni dopo il calo registrato all’inizio di dicembre – il 4 dicembre erano stati accertati 14.507 nuovi casi – sembra essere della cosiddetta variante inglese del virus SARS-CoV-2 in grado di diffondersi più rapidamente della variante precedente del virus e, la conferma è arrivata in queste ore, di diffondersi in modo particolare tra gli Under 20.
Variante inglese colpisce i più giovani. La conferma degli esperti
Alle indiscrezioni diffuse qualche settimana fa sono seguite in queste ore le prime conferme: la variante inglese del virus, quella identificata in diverse aree dell’Inghilterra, si diffonde più rapidamente e colpisce in modo particolare i bambini e i giovani al di sotto dei 20 anni, che continuano a non manifestare i sintomi pur essendo portatori dell’infezione.
La conferma arriva da uno studio preliminare condotto in Inghilterra da un team di esperti dall’Imperial College di Londra, dall’Università di Edimburgo, dal Wellcome Sanger Institute e dall’Università di Birmingham col supporto del consorzio britannico che da mesi si sta occupando della genomica del COVID-19.
Gli esperti, dopo giorni di studi e analisi approfondite sulla mutazione del virus ribattezzata B.1.1.7, sono giunti a conclusione preliminare che il tasso di riproduzione della variante inglese può arrivare ad essere superiore di 1.4/1.8 volte rispetto alla variante più diffusa e conosciuta fino ad oggi.
A preoccupare, però, non è soltanto la capacità del virus di diffondersi più rapidamente, ma anche il fatto che, sulla base dei dati emersi, sembrerebbe colpire in modo particolare i bambini e i giovani al di sotto dei 20 anni. Si tratta di dati preliminari ancora da confermare da ulteriori studi e analisi e gli scienziati non escludono ancora che la maggiore diffusione sia legata alla misure in vigore:
La diffusione della nuova variante potrebbe essere coincisa con il periodo di lockdown in cui le scuole erano rimaste aperte.
Semplificando: i giovani vanno a scuola e si infettano con la nuova variante del virus, poi tornano a casa e contagiano anche i familiari. Coincidenza o meno, gli esperti mettono in guardia dalla ripresa della scuola dopo il periodo di chiusura natalizio. Se la nuova variante non prenderà di mira in modo particolare i giovani, lo farà con chiunque sarà in giro e a contatto con altre persone. Questo significa che se le scuole riapriranno come da programma potrebbe verificarsi quello che è già accaduto prima delle vacanza di Natale, col contagio diffuso a scuola e portato poi a casa dai giovani studenti.
Le misure anti-COVID in vigore in Inghilterra
L’Inghilterra ha introdotto ormai da settimane un sistema di classificazione del rischio dell’epidemia da COVID-19 simile a quello italiano, con quattro livelli di allerta – inizialmente erano soltanto tre, ma quando la situazione si è rivelata più drammatica del previsto ne è stato introdotto un quarto – con relative misure restrittive corrispondenti.
- Livello 1: allerta media
- Livello 2: allerta alta
- Livello 3: allerta molto alta
- Livello 4: state a casa
Al 31 dicembre, a conferma di quanto grave sia la situazione nonostante settimane di chiusure e limitazioni, l’Inghilterra è divisa in due grandi aree. La maggior parte del Paese si trova nel livello 4, il massimo attualmente previsto, e per le restanti aree sono in vigore le limitazioni di livello 3. Nessuna area è classificata a livello 2, mentre le Isole Scilly sono a livello 1.
Il livello 4 è la cosa più simile ad un lockdown totale. I cittadini devono rimanere in casa con pochissime eccezioni: motivi di lavoro e volontariato, attività essenziali, istruzione e per incontrare le persone che fanno parte della propria “bolla di supporto”, una rete di contatti che può includere fino ad un massimo di 2 nuclei familiari. Le scuole restano aperte, ad eccezione delle vacanza natalizie e i giorni di festa, così come le gran parte dei negozi, ma in queste ore, visto l’aggravarsi della situazione, si sta discutendo di introdurre un nuovo livello, un vero e proprio lockdown per quelle aree in cui il virus sembra fuori controllo.