COVID, 72mila dosi di vaccino somministrate in Italia: perchè questo clamoroso ritardo?
Molte Regioni sono in clamoroso e imbarazzante ritardo sul vaccino anti-COVID. E no, la colpa non è dell’Europa e neanche del Governo. Che succede?
La corsa alla vaccinazione si è arenata, non solo in Italia. E la colpa di questo ritardo clamoroso non è certo dell’Unione Europea, che pure sta cercando di affrontare nel migliore dei modi possibili la già annunciata scarsità di dosi di vaccino in arrivo nei prossimi mesi a causa dello slittamento delle autorizzazioni a livello europeo a vaccini come quello di AstraZeneca e Sanofi.
Le prime 469.950 dosi destinate all’Italia sono arrivate ormai da qualche giorno, ma in molte Regioni d’Italia il grosso delle dosi sta rimanendo nei potenti congelatori. Se il Lazio si conferma oggi la Regione più virtuosa d’Italia con 16.366 dosi somministrate su una disponibilità totale di 45.805 (il 35,7%), altre Regioni restano a guardare.
La Valle D’Aosta, lo confermato i dati ufficiali diffusi dal portale del Commissario Straordinario per l’Emergenza COVID-19 Domenico Arcuri, ha a disposizione da giorni 995 dosi, ma ne ha somministrate appena 44, solo il 4,4%. Va peggio in Molise, dove soltanto l’1,7% delle dosi è stato già somministrato: 50 dosi su un totale di 2.975 messe a disposizione da Pfizer. Discorso simile, seppur con proporzioni diverse, per la Sardegna: 302 dosi di vaccino somministrate su un totale di 12.855 dosi a disposizione, pari al 2,3% del totale.
Ritardo col vaccino. Cosa sta succedendo in Molise?
Il caso del Molise è emblematico. Le 50 dosi di vaccino sono state somministrate il 27 dicembre, il V-Day. Oggi, 3 gennaio 2021, quel numero è ancora fermo a 50. In cinque giorni non è stata fatta una singola somministrazione.
La stampa locale riferisce che nella Regione mancherebbero il personale da dedicare alle vaccinazioni, eppure è noto ormai da settimane cosa sarebbe successo e cosa sarebbe servito per avviare la campagna di vaccinazione a pieno regime. Il Molise ha perso cinque giorni preziosi per somministrare le dosi a disposizione, ma quel tempo perso dovrebbe essere recuperato già a partire da domani.
La nota diffusa dalla Regione Molise e dall’Azienda Sanitaria Regionale del Molise (Asrem) punta anche il dito contro la struttura commissariale e contro il Ministero della Salute, che avrebbe inviato al Molise siringhe non idonee. Queste le motivazioni addotte dagli organi ufficiali del Molise:
Una fase operativa che deve far fronte a non pochi ostacoli, non ultimo anche l’invio da parte del Ministero di siringhe non idonee alla somministrazione delle dosi. L’ulteriore problema, venuto fuori nei giorni scorsi, è stato superato attraverso l’utilizzo di scorte già reperite dall’Azienda sanitaria in altro modo. Va tenuta in considerazione, inoltre, anche l’atavica carenza di personale che il Molise sconta a seguito degli anni di Commissariamento e di blocco del turn-over.
La maggior parte dei problemi, però, dovrebbero essere già risolti e la campagna di vaccinazione dovrebbe partire già domani, lunedì 4 gennaio 2021, con gli operatori sanitari degli ospedali regionali, per poi procedere, “nel giro di 2-3 giorni“, con gli operatori sanitari privati e i dipendenti e gli ospiti della Rsa.
Ritardo col vaccino in Sardegna. Troppo personale in ferie?
La Sardegna si prenderà più tempo del previsto. Nonostante il largo anticipo, la Regione guidata da Solinas non è stata in grado di organizzarsi e la cosiddetta Fase 1 delle vaccinazioni dovrebbe partire soltanto il 7 gennaio prossimo. Tra le motivazioni di questo ritardo figurano il personale in ferie durante il periodo natalizio – è noto da settimane che questo sarebbe stato il periodo più caldo per le vaccinazioni, eppure le ferie sono state concesse senza particolari problemi – e quello impiegato nelle operazioni di test dei cittadini per il COVID-19, anche se i dati che vengono diffusi ogni giorno dal Ministero dalla Salute confermano il drastico calo di tamponi negli ultimi giorni.
La situazione è talmente imbarazzante che la Regione Sardegna si trova davanti alla necessità di dover richiamare a lavoro il personale sanitario in pensione, mentre dal Partito Democratico ricordano al governatore Solinas che la richiesta di un piano vaccinale era stata sollecitata dai consiglieri regionali del PD il 16 novembre scorso:
Oltre un mese e mezzo fa avevamo sollecitato la Regione affinché intervenisse con urgenza per predisporre un piano inerente all’organizzazione delle vaccinazioni anti Covid-19 all’interno della Sardegna. Evidentemente il nostro appello non è stato ascoltato e ora i cittadini sardi ne pagano le conseguenze.
Clamorosi ritardi anche in Lombardia
Anche la sempre auto-dichiaratosi virtuosa Regione Lombardia sembra rimanere con le mani in mano. Ad oggi, 3 gennaio 2021, la Lombardia ha somministrato soltanto il 3% delle dosi disponibili, 2.446 su un totale di 80.959. Perché questo clamoroso ritardo nella somministrazione del vaccino?
L’assessore alla Sanità della Regione Lombardia Giulio Gallera, spiega chiaramente che la campagna di vaccinazione partirà a tutti gli effetti il 4 gennaio. Questo perché parte del personale sanitario è in ferie e si è deciso di non richiamarlo a lavoro.
Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie arretrate. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa. Ma assicuro tutti che faremo in tempo, nei tempi previsti. La vaccinazione è una priorità. E il 17 gennaio iniziamo con i richiami per chi ha avuto una prima somministrazione.
Gallera assicura che a partire da domani la Lombardia inizierà a somministrare 6mila dosi di vaccino al giorno. Dati alla mano, nel giro di 13 giorni userà tutte le dosi al momento a disposizione. Una promessa, l’ennesima da parte di Gallera, di cui dovrà rispondere personalmente entro le prossime due settimane.
L’assessore, però, mette già le mani avanti:
Abbiamo già trovato altri 600 siti esterni, palazzetti dello Sport, centri civici… Basta che arrivino i vaccini, in tempo e correttamente. Pfizer in alcuni hub ha consegnato zero vaccini, in altri il doppio. Sono cose che ci possono stare in questa situazione, ma ci ha costretto a rimodulare le consegne.
La colpa, insomma, è sempre degli altri.