Crisanti: “Attenzione, le Regioni potrebbero truccare i dati per non chiudere. Lockdown necessario”

Il professore Andrea Crisanti avverte che le Regioni potrebbero non essere completamente oneste sui dati pur di evitare il lockdown.

3 Novembre 2020 09:55

Il lungo braccio di ferro tra governo e regioni su chi deve chiudere cosa e quando non promette niente di buono. A sottolineare che da parte degli enti locali potrebbe poi non esserci totale trasparenza è il professore Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologica all’Università di Padova, che ha aiutato la Regione Veneto a contenere il contagio da coronavirus nella prima ondata.

In una intervista a La Stampa, Crisanti ha lanciato un sasso:

Ho letto che ci sarebbero 21 criteri per decidere se una regione appartenga alla zona verde, arancione o rossa. Mi sembrano tanti, ma immagino che quelli fondamentali riguardino il riempimento dei posti in ospedale. Non vorrei che un provvedimento simile inducesse le Regioni a non essere totalmente trasparenti riguardo a questi dati.

E ha aggiunto:

Si tratta di dati facilmente manipolabili e a livello regionale per qualche settimana si potrebbe decidere di ricoverare il meno possibile sulla pelle dei pazienti.

In questi ultimi giorni alcune Regioni stanno facendo fatica a comunicare “dati di qualità”, come ha sottolineato l’Istituto Superiore di Sanità nell’ultimo report della Cabina di Regia, ma Crisanti arriva a pensare che potrebbero addirittura arrivare a “truccare” i dati pur di non andare in lockdown.

Eppure il lockdown secondo Crisanti è necessario e lo è a livello nazionale. Anzi, il professore ritiene con convinzione che l’Italia, in realtà sia già in forte ritardo, di almeno due settimane, infatti è certo che se la chiusura ci fosse stata già 15 giorni fa adesso non saremmo in questa situazione.

Crisanti immagina due possibilità per affrontare questa seconda ondata:

Si potrebbe arrivare entro pochi giorni a un lockdown per poi rimuovere le misure per Natale oppure di guadagnare tempo, rallentare il contagio, riorganizzare il sistema di tracciamento, fare il lockdown a gennaio e poi ripartire con un sistema rodato. Il lockdow ci sarebbe in entrambi i casi? Temo di sì, però senza una strategia di tracciamento si rischia una terza ondata. I contagi non bisogna solo ridurli, ma poi anche tenerli bassi. Se il governo ha un piano a riguardo bene, altrimenti sta solo perdendo tempo.

Crisanti: “Coprifuoco inutile”

Il Professor Crisanti da una parte è d’accordo con il fare un lockdown al più presto, dall’altro, invece, ritiene che il coprifuoco alle 21 sia inutile:

Certamente chiudere bar e ristoranti è stato giusto, e trovo sensato lasciarli aperti a pranzo un po’ per chi lavora e un po’ perché non generano tanto traffico. Il coprifuoco alle 21 mi pare inutile già che è tutto chiuso e sembra solo demagogia. Ha senso invece limitare gli orari dei negozi e dei centri commerciali, così come i mezzi pubblici.

Sui mezzi pubblici, però, Crisanti si fa una domanda, che molti sicuramente condividono:

Chi controlla che viaggino pieni al 50 per cento? Il problema è sempre lo stesso: bisogna fare poche regole semplici, severe e che le forze dell’ordine siano in grado di mantenere.

Insomma, il quadro che si prospetta non sembra affatto convincente agli occhi di Crisanti, ma il nuovo DPCM non è stato ancora pubblicato e dunque non si può ancora dire come il governo intende agire per affrontare questa seconda ondata e possibilmente evitarne una terza.

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