Enna, disabile incinta dopo violenza sessuale durante il lockdown: confessa operatore sanitario
La giovane era già alle 25esima settimana quando la gravidanza è stata scoperta. L’operatore sanitario ha confessato durante l’interrogatorio.
È arrivata in queste ore la piena confessione di un operatore sanitario di 39 anni della struttura sanitaria Oasi Maria SS di Troina, in provincia di Enna: l’uomo ha ammesso di aver violentato una ragazza disabile ospitata nella struttura durante il periodo più acuto dell’epidemia di COVID-19.
L’uomo, inchiodato dal test del DNA, era uno degli operatori sanitari a cui la giovane, che soffre di gravissime patologie legate ad una malattia genetica rara, era stata affidata. I fatti risalgono al periodo del lockdown, quando la struttura era stata dichiarata zona rossa con 162 positivi tra pazienti ricoverati e personale sanitario, inclusa la stessa giovane vittima.
La denuncia dopo la gravidanza
La denuncia è stata presentata all’inizio di settembre dai familiari della giovane, quando è emerso che da quella violenza sessuale era risultata una gravidanza. Le tempestive indagini hanno permesso, grazie alla collaborazione dei vertici della struttura sanitaria e dei dipendenti della stessa, di arrivare al 39enne, sposato e padre di due figli, che ieri è stato convocato dalle autorità per essere interrogato.
Gli inquirenti, anche grazie alla confessione dell’uomo, hanno ricostruito l’accaduto:
L’indagato, approfittando dell’assenza temporanea dell’infermiere professionale, non curante neanche della positività al COVID-19, raggiungeva la vittima che conosceva da tempo e consumava un rapporto sessuale privandosi di ogni sistema di protezione antivirale, tuta e mascherina.
L’uomo è ora accusato di violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni di una donna disabile e nel momento in cui la stessa era a lui affidata. Al momento della denuncia, la gravidanza della giovane aveva già raggiunto la 25esima settimana.