Focolaio di Covid in scuola materna del milanese: genitori furenti
Focolaio di Covid in una scuola materna del milanese: genitori furenti per una comunicazione tardiva e non completa da parte dell’istituto
Scuola materna chiusa nel milanese tra le polemiche dei genitori. Ne parla oggi il quotidiano Il Giorno, che ricostruisce il come si sia arrivati al drastico provvedimento. Nell’istituto Gianni Rodari di Sedriano, infatti, è stato registrato un focolaio di coronavirus con 18 insegnanti e 21 bambini positivi al Covid, mentre altri 247 alunni sono stati costretti conseguentemente alla quarantena. Le famiglie temono ora che il bilancio dei contagiati aumenti e lamentano una comunicazione lacunosa da parte della scuola: “Le informazioni sono arrivate a scaglioni e in modo confuso”, fanno sapere alcune mamme.
Focolaio Covid in asilo milanese: le proteste dei genitori
Tra gli alunni posti in quarantena preventiva, secondo informazioni raccolte dal quotidiano, alcuni sarebbero già risultati positivi, ma si attende solo l’aggiornamento del conteggio da parte delle autorità sanitarie locali. L’amministrazione e la dirigenza della scuola, però, non avrebbe comunicato tempestivamente l’emergenza alle famiglie, generando confusione e nuovi potenziali contagi. A parlare a Il Giorno, è Silvia, la mamma di uno dei bambini in quarantena: “Noi contestiamo la mancanza di trasparenza. Le informazioni sono arrivate a scaglioni e in modo confuso: il 20 dicembre ci hanno detto che le classi coinvolte erano solo quattro su dieci, poi è girata la voce che i bambini e gli insegnanti contagiati fossero in realtà molti di più, lunedì la notizia della chiusura della scuola”.
Del resto, il Covid si diffonde rapidamente e trova terreno fertile proprio per la mancanza di un contact tracing rigoroso e di una comunicazione tempestiva delle emergenze. I bambini risultati positivi, infatti, sono venuti a contatto con compagni che a loro volta hanno avuto altri incontri in famiglia, magari con i nonni e altre persone anziane, ovvero le categorie con il maggior rischio di mortalità. “Se, come sembra, si sapeva già da domenica o da addirittura prima cosa stesse succedendo, perché non ce lo hanno comunicato? Avremmo evitato di portare i bambini dai nonni prima dell’inizio della zona rossa, così invece abbiamo messo in pericolo la vita dei nostri anziani”, aggiungono i genitori furenti dei bambini.