I cinque vaccini contro il COVID-19 azzerano la mortalità
I cinque principali vaccini contro il COVID-19 hanno un aspetto in comune: possono azzerare la mortalità provocata dall’infezione.
I cinque vaccini contro il COVID-19 messi a punto fino a questo momento – Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Novavax e Johnson & Johnson – hanno permesso di raggiungere un traguardo impensabile solo fino a pochi mesi fa: azzerare la mortalità per infezione da COVID.
Si è discusso a lungo circa l’efficacia di ciascuno dei cinque vaccini principali contro il COVID, con percentuali più o meno alte emerse dagli studi clinici, ma non si è posta a sufficienza l’attenzione su un altro aspetto fondamentale: nessuna delle oltre 75mila persone che hanno ricevuto le dosi di uno dei cinque vaccini è deceduta a causa del COVID.
Non solo. Soltanto per un numero ristretto dei partecipanti alle varie fasi di test è stata necessaria l’ospedalizzazione come conseguenza dell’infezione da COVID tra la prima e la seconda dose, ma solo perchè, come sappiamo, la copertura si inizia a vedere a diversi giorni di di distanza dalla prima inoculazione.
Se ai dati dei primi vaccini approvati, da quello di Pfizer/BioNTech e quello di Moderna, si possono già affiancare i dati che vengono raccolti man mano che la campagna di vaccinazione prosegue a livello globale, anche i dati dei vaccini non ancora immessi in commercio – è il caso di Novavax e Johnson & Johnson – sono più che promettenti.
Nel suo rapporto del 29 gennaio scorso, Johnson & Johnson conferma un’efficacia dell’88% del suo vaccino nel prevenire gli effetti più gravi del COVID-19 e mette nero su bianco la “protezione totale contro l’ospedalizzazione e il decesso per COVID” al 28esimo giorno dalla ricezione della prima e unica dose.
I primi dati in arrivo da Israele sui vaccini anti-COVID
Israele è il Paese al momento più avanti con le vaccinazioni – un cittadino su tre ha già ricevuto entrambe le dosi previste – e i primi dati che ci arrivano da lì confermano l’efficacia dichiarata dalle aziende e confermata dagli enti regolatori internazionali che hanno approvato la somministrazione ai cittadini.
Stando a quanto diffuso in queste ore dal Ministro della Salute di Israele, su un totale di 715.425 persone vaccinate nel Paese soltanto 317 – lo 0,04% del totale – ha contratto l’infezione una settimana dopo aver ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti-COVID e soltanto per 16 persone – lo 0,002% del totale – è stata necessaria l’ospedalizzazione. Nessuno è deceduto in seguito all’infezione da COVID.