Covid19: la notizia dell’infermiera contagiata a 24 ore dal vaccino non è una notizia
Un’infermiera spagnola positiva al coronavirus 24 ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer? Ecco perché non è una notizia
Un’infermiera spagnola è risultata positiva al Covid il giorno dopo che ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer/BioNTech. La notizia è riportata dal quotidiano iberico El Pais, che sottolinea come la ragazza faccia parte della squadra di infermieri che ha iniziato a vaccinare domenica scorsa gli ospiti di una casa di riposo di Lleida (Catalogna). In seguito alla positività dell’infermiera, altre quattro colleghe e i 66 anziani della struttura sono stati posti in isolamento in via precauzionale. Un’altra impiegata della stessa casa di riposo è risultata positiva al coronavirus, ma il dipartimento della Salute si è affrettato a chiarire che i due casi di positività non siano correlati.
Ora le autorità sanitarie spagnole stanno cercando di capire come sia potuto succedere, considerato che il personale infermieristico della struttura indossa tute, guanti, doppia mascherina e rimane a contatto con gli anziani per pochissimo tempo, comunque molto meno dei 15 minuti ritenuti dai medici il tempo necessario per contagiarsi. Gli oltre 2.000 infermieri che partecipano al programma di vaccinazione non sono stati sottoposti preventivamente a tampone, ma seguono comunque i protocolli dei rispettivi centri. Come è dunque possibile che l’infermiera vaccinata sia risultata positiva dopo la somministrazione della prima dose Pfizer?
Ci si può infettare dopo il vaccino? La spiegazione
Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri, intervistato dall’Agi, evidenzia che questo caso non deve sorprendere né allarmare. “Il vaccino Pfizer l’unico distribuito al momento in Europa – spiega – ha bisogno per essere efficace di due dosi: la prima e poi un richiamo dopo 21 giorni. Quindi visto che la donna ha ricevuto solo la prima dose è chiaro che non ha ancora sviluppato immunità. E dal giorno della prima dose ne devono passare 28 per essere ragionevolmente tranquilli”. Anche dopo aver fatto il vaccino, dunque, la raccomandazione è quella di “mantenere le misure prudenziali, a partire dalle mascherine, anche una volta vaccinati. Perché sappiamo che il vaccino nel 90-95% dei casi protegge sicuramente dallo sviluppare i sintomi della malattia, che ovviamente è la cosa più importante, ma non si esclude che ci si possa comunque infettare, seppure con una carica virale bassissima. Servirà un numero di persone vaccinate sufficiente, e un lasso di tempo congruo, per scoprirlo”. Fino a quando non ci saranno dati sufficienti, il distanziamento sociale e i dispositivi di protezione individuale dovranno essere il pane quotidiano per il contenimento dei contagi. Pensare che una volta vaccinati si sia automaticamente autorizzati ad un liberi tutti è quanto di più lontano dalla realtà dei fatti, come dimostra del resto il fatto che ci siano tra gli operatori sanitari decine di migliaia di contagiati nonostante i dispositivi di protezione. Sono necessari ma non sufficienti, così come una volta vaccinati, è necessario mantenere determinati comportamenti fino a che non siano passate le 4 settimane che consentono di stare tranquilli.
Inoltre, non essendo stata sottoposta a test nei giorni antecedenti al vaccino, è assai probabile che l’infermiera spagnola fosse già infetta prima dell’inoculazione della dose. Il vaccino, a infezione avvenuta, non può dunque nulla. Insomma, siamo di fronte ad una non notizia.