Lombardia, zone rosse locali da mercoledì 17
La decisione è stata presa dalla Regione per l’impennata dei contagi in quattro comuni delle province di Milano, Brescia, Pavia e Varese
A partire dalle 18 di mercoledì 17 febbraio, e fino al 24, in quattro comuni della Lombardia sarà introdotta la zona rossa. A firmare l’ordinanza è stato il presidente della Regione, Attilio Fontana, sentito il ministero della Salute, ed è motivato dal rilevamento di cluster di contagio e dalla diffusione delle nuove varianti del virus a Bollate (Milano), Castrezzato (Brescia), Mede (Pavia) e Viggiù (Varese). Dal pomeriggio del 17, quindi, rimarranno chiuse tutte le attività commerciali non essenziali, i bar e i ristoranti, oltre alle scuole (asili compresi), con le lezioni da seguire rigorosamente a distanza.
Solo tre settimane fa questi comuni erano proprio in zona rossa. Lo scorso 24 gennaio la Lombardia si era risvegliata “arancione” dopo quasi 3 mesi “rossi”, peraltro in ritardo: ricorderete la polemica tra la regione e il Governo sugli errori nei dati (e lo scambio reciproco di accuse e responsabilità) che erano costati, alla Lombardia, una settimana non necessaria in zona rossa. Dal primo febbraio la regione è invece addirittura gialla, ma le cose cambieranno per i tre comuni. Una scelta, quella delle zone rosse locali, che segue le scelte analoghe fatte in Umbria (in sostanziale lockdown tutta la provincia di Perugia e sei comuni del ternano), Toscana e Abruzzo (in un comune del senese e in uno del teatino). Nelle ultime 24 ore in Lombardia sono stati rilevati 1696 nuovi casi.
I quattro comuni saranno dunque “chiusi” a causa di una nuova impennata nei contagi e dal rilevamento, in particolare, della variante inglese del virus. Ancora prima del provvedimento della Regione, a Castrezzato, il sindaco aveva firmato un’ordinanza che stabiliva nuove restrizioni: nel comune del bresciano si erano registrati, in settimana, 137 casi su 7mila abitanti. A Viggiù, invece, un focolaio era stato scoperto in una scuola elementare: in 50, tra insegnanti e studenti, erano risultati positivi, e nel comune era stato avviato uno screening di massa sui circa 4000 residenti.
COSA SI PUÒ FARE IN ZONA ROSSA
Il Dpcm del 29 gennaio ha ribadito ciò che si può fare e no in zona rossa. Fermo il coprifuoco dalle 22 alle 5, è consentito circolare solo per lavoro, salute o necessità. Si può far visita solo una volta al giorno a casa di parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo 2 persone più figli minori di 14 anni e persone disabili o non autosufficienti conviventi. Dai comuni fino a 5.000 abitanti sono consentite le visite anche entro i 30 km dai confini con divieto di andare nei capoluoghi di Provincia. È sempre consentito il rientro alla residenza, domicilio o abitazione. I centri commerciali sono chiusi, come negozi e mercati, ma sono ovviamente aperte farmacie, parafarmacie, presidi sanitari e punti vendita di generi alimentari. Rimangono aperte anche tabaccherie, edicole, librerie, vivai e altri punti vendita di beni necessari. Chiusi i centri estetici, ma sono invece aperti barbieri, parrucchieri e lavanderie.
Quanto alle scuole, il Dpcm prevede che per scuole d’infanzia, elementari e prima media la didattica sia in presenza al 100%, a distanza al 100% dalla seconda media in poi. Sono previste deroghe solo restrittive. Le università sono invece chiuse, a parte delle specifiche eccezioni. Quanto al trasporto locale, i mezzi possono riempirsi solo al 50%, ad eccezione del trasporto scolastico dedicato. Devono rimanere chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre e piscine e centri sportivi, ma è consentita l’attività motoria nei pressi dell’abitazione e l’attività sportiva individuale. Sono sospese le attività di sale scommesse, bingo, sale giochi e slot machine anche in bar e tabaccherie. È sempre vietata la consumazione all’interno di bar e ristoranti, e anche nelle adiacenze. Permesso l’asporto di cibi e bevande da tutti i locali, ma dalle 18 alle 22 solo dai locali con cucina. Non c’è limite alle consegne a domicilio.