Luca Palamara radiato dalla magistratura: “Ha tramato per condizionare il Csm”
È il primo ex consigliere del Csm ed ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati a essere rimosso dall’ordine giudiziario.
La Sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura ha condannato Luca Palamara, ex consigliere proprio del Csm ed ex Presidente dell’Associazione nazionale magistrati (2014-2018), alla radiazione dall’ordine giudiziario. È stata dunque accolta la richiesta avanzata dalla Procura generale della Cassazione, che aveva chiesto la sanzione massima prevista.
Palamara è stato accusato di aver violato i doveri di correttezza ed equilibrio, di aver tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti degli colleghi che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, di aver tentato di condizionare l’esercizio di funzioni costituzionalmente previste, come la proposta e la nomina di uffici direttivi di vari uffici giudiziari da parte del Csm e di aver tentato di danneggiare e screditare alcuni colleghi.
Gli avvocati generali della cassazione Pietro Gaeta e Simone Perelli hanno basato la loro accusa sulle migliaia di pagine di intercettazioni di chat e telefonate ottenute grazie a un trojan inserito nel cellulare di Palamara. L’ex Presidente dell’Anm, con i deputati Luca Lotti e Cosimo Ferri, ha cercato di pilotare le nomine di capo della Procura a Roma e Perugia.
Gaeta, durante la sua requisitoria, ha spiegato:
Tre soggetti del tutto estranei all’istituzione del Consiglio, hanno partecipato alla riunione all’Hotel Champagne, organizzata per interessi di natura personale e pianificato di pilotare le nomine del procuratore capo di Roma, di due aggiunti e quella di un altro ufficio giudiziario
All’incontro presso l’hotel Champagne erano presenti anche altri cinque consiglieri del Csm e, secondo l’accusa, quello è stato un “unicum nella storia della giustizia disciplinare e nella storia della magistratura italiana perché prova che in questo incontro un soggetto estraneo al ruolo istituzionale, Luca Lotti, ha direttamente interloquito e concorso alla scelta del vertice della procura che lo doveva giudicare in un processo”.
Il difensore di Palamara, il consigliere di Cassazione Stefano Giaime Guizzi, aveva chiesto che la sentenza disciplinare non fosse “una sentenza politica”, ma nel merito dei fatti, e aveva chiesto l’assoluzione o solo due anni di sospensione in attesa della sentenza del processo di Perugia. Ricordiamo infatti che nel processo di Perugia Palamara è imputato per corruzione.