Mattarella per i 140 di Alcide De Gasperi: “Nessuno può togliere ai giovani la speranza del futuro”
Ripercorrendo la vita dello statista democristiano, il presidente della Repubblica mette in guardia la classe dirigente che deve affrontare la pandemia
“Ricostruzione ripartenza, rinascita”. Per ricordare i 140 anni dalla nascita di Alcide De Gasperi, Sergio Mattarella inizia il suo discorso con queste tre parole, pilastri del credo politico dello statista democristiano e concetti fondamentali nella lotta al Coronavirus.
“Il Paese – dice Mattarella – è riconoscente a De Gasperi per la sua opera di artefice della ricostruzione morale, civile, economica, democratica, dopo la tragedia della guerra voluta dal fascismo. E lui ebbe il coraggio di fare scelte difficili”. Le stesse che oggi spettano alla classe politica degli anni ’20 del nuovo millennio, costretti a confrontarsi con la ricostruzione dopo un evento epocale come la pandemia da Covid19.
“De Gasperi assunse la carica di Capo dello Stato in seguito ai risultati del referendum del giugno 1946, ponendo fine a ambigue esitazioni di parte monarchica e ponendo fine così a ogni incertezza insidiosa per la sopravvivenza stessa dello Stato italiano. La sua capacità di visione contribuì a sviluppare il capitale di libertà conquistato con la Resistenza in un ordinamento pienamente democratico, in una politica orientata alla lotta alla miseria, all’analfabetismo, al superamento di fratture sociali impedimento alla crescita del Paese”.
Proprio lui, definito da Mattarella un padre fondatore, “riuscì a dare un nuovo fondamento all’idea di Patria” tenendosi a distanza dai nazionalismi regressivi, quelli che nel primo ‘900 avevano gettato il Continente nella barbarie e che oggi si annidano in seno all’Europa stessa.
In chiusura, Mattarella dice con forza: “Nessuno può togliere ai giovani la speranza del futuro perché oscurerebbe il futuro dell’intera comunità. È questo un compito che accomuna quanti rivestono responsabilità pubbliche e tutti i cittadini. Compito che nei momenti di crisi più acuta diviene ancora più esigente perché pone il bene comune nel massimo rilievo”.