Nessun processo per Carola Rackete: cosa è successo tra giugno e luglio 2019
Archiviate le accuse contro Carola Rackete, comandante della Sea Watch 3: nel 2019 arrestata per resistenza o violenza contro nave da guerra
Carola Rackete non andrà a processo: il gip di Agrigento, Alessandra Vella, ha accolto la richiesta della Procura di archiviare le accuse nei confronti della comandante della Sea Watch 3. A luglio del 2019 la Rackete era stata arrestata per resistenza o violenza contro una nave da guerra. Cosa era successo? Ebbene, nonostante il blocco degli sbarchi deciso dal governo Conte I su spinta del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, la Sea Watch entrò nel porto di Lampedusa nella notte tra il 28 e il 29 giugno urtando una motovedetta della Guardia di Finanza e facendo sbarcare i migranti precedentemente soccorsi in mare.
Luglio 2019: Sea Watch 3 urta motovedetta della GdF
L’avvenimento allora divise l’opinione pubblica tra chi riconosceva effettivamente la necessità di far sbarcare sulle coste italiane migranti salvati da condizioni di estreme difficoltà e chi invece riteneva che si dovessero difendere i confini dai continui sbarchi provenienti dalle coste africane. Secondo la Procura di Agrigento, avevano sostanzialmente ragione i primi: la comandante Rackete avrebbe infatti agito per stato di necessità e aveva il “dovere di portare i migranti in un porto sicuro”. A bordo della Sea Watch c’erano 42 migranti soccorsi 17 giorni prima.
L’allora ministro dell’Interno parlò di speronamento, con la motovedetta della Giamme Gialle che sarebbe stata schiacciata contro la banchina. “Abbiamo rischiato di morire schiacciati da un bestione di 600 tonnellate – le parole rilasciate a fine giugno da un portavoce della guardia di Finanza – sono stati momenti di puro terrore nella notte. Dicono di salvare vite umane e poi rischiano di ammazzare uomini dello Stato. Da parte del Comandante è stata un’azione Criminale. Punto”. Subito dopo l’arresto, qualche giorno dopo, la Rackete si difenderà chiedendo scusa: “Vi chiedo scusa, non era nelle mie intenzioni di venirvi addosso, ma di completare la mia missione, non certo di speronarvi”.
Niente processo per Carola Rackete
In mattinata, il procuratore Luigi Patronaggio aveva chiesto di non processare l’attivista tedesca per la sua manovra ardita. “Ci siamo adeguati alle indicazioni della Corte di Cassazione che aveva confermato l’annullamento dell’arresto. Pur avendo qualche perplessità sul bilanciamento dei beni giuridici in gioco”, ha spiegato. Soddisfatto il legale della donna, Salvatore Tesoriero, le cui parole sono riportate da Il Fatto Quotidiano: “Con l’archiviazione dell’inchiesta su Carola Rackete il gip di Agrigento ha riconosciuto il dovere di salvare vite umane. La Procura all’esito dell’inchiesta ha svolto ulteriori indagini e ha valutato che effettivamente la causa dell’adempimento del dovere va rilevata e debba esserci. C’erano diverse avvisaglie che arrivavano anche dalla Corte di Cassazione. Ricordo ai tempi le disposizioni dell’ex ministro Salvini e rilevo oggi, a distanza di due anni, che Carola Rackete aveva agito per salvare vite umane in adempimento di un dovere. Questo è stato sostenuto dall’inizio”.
Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch, ribadisce invece che come già la corte di Cassazione aveva sancito, “soccorrere chiunque si trovi in pericolo in mare costituisce l’adempimento di un dovere e pertanto non può essere criminalizzato e il principio per cui la nave e che presta soccorso non può essere considerata un porto sicuro e il soccorso stesso si può considerare concluso solo nel momento in cui le persone giungono in un porto in salvo”.