Recovery, pronta la bozza del Governo Draghi
Verrà presentato un pacchetto complessivo di interventi da 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi di fondo complementare
Nella giornata di venerdì arriverà in Consiglio dei Ministri il piano italiano per Next Generation Eu. Il governo presenterà il piano nazionale di ripresa e resilienza che ammonta complessivamente a 221,5 miliardi, di cui 191,5 riferibili al Recovery fund e 30 miliardi di fondo complementare. Sei le missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi; rivoluzione verde e transizione ecologica con 57 miliardi; infrastrutture per la mobilità sostenibile con 25,3 mld; istruzione e ricerca con 31,9 mld; inclusione e coesione con 19,1 mld; salute con 15,6 mld.
IL PIANO
Nella bozza messa a punto in vista del Consiglio dei Ministri si legge che nel 2026 il Pil sarà di 3 punti percentuali più alto grazie agli interventi previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza
Dunque confermate le sei missioni del piano Conte. Nel complesso vengono individuati 135 investimenti e 7 riforme. Tra queste 3 riguardano la pubblica amministrazione (trasformazione, accesso e competenze), poi c’è la riforma del sistema della proprietà industriale, quella della formazione obbligatoria per la scuola, le politiche attive del lavoro e la riforma della medicina territoriale. Rispetto al precedente piano, sono stati rivisti alcuni numeri. Alla salute, ad esempio, il vecchio Recovery assegnava 18,1 miliardi (in totale 19,72 aggiungendo i soldi del React Eu, un altro fondo del Next Generation Eu). Ora i miliardi sono 15,6 miliardi. Ma gli altri fondi del pacchetto Next Generation Eu e soprattutto il Fondo complementare da 30 miliardi riallineano il tutto.
Nella bozza vengono citate altre riforme giudicate “abilitanti”, come le semplificazioni per la concessione di permessi e autorizzazioni e interventi sul codice degli appalti. Il governo pensa anche a “riforme settoriali specifiche come nuove regole per la produzione di rinnovabili e interventi sul contratto di programma per le Ferrovie”.
LA RIPARTIZIONE DEI FONDI
La missione che assorbe più risorse rimane la “rivoluzione verde” a cui vanno 57 miliardi di euro del Recovery fund e 12 miliardi dal fondo nazionale. Otto miliardi in particolare vengono destinati a ecobonus e sismabonus fino al 110%. Allo sviluppo di fonti rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico) vengono destinati circa 7 miliardi di euro. Altri 4 miliardi serviranno per il miglioramento delle reti.
Altri 6,13 miliardi spetterebbero rispettivamente a digitale e mobilità (dalla banda larga e il 5G che prendono 1,4 miliardi a un sistema di monitoraggio da remoto di ponti, tunnel e viadotti che guadagna 1,15 miliardi), 3,25 miliardi andrebbero a progetti legati alla missione “Inclusione e Coesione” e 2,89 alla sanità.
Secondo quanto rivela l’Ansa, confermati 19,72 miliardi per la sanità. In totale sarebbero previsti 15,62 miliardi nel Pnrr, più 1,71 miliardi di React Eu, più 2,39 miliardi nel fondo complementare. All’istruzione vanno invece 31,9 miliardi, di cui 24,1 miliardi per nuovi progetti e 7,7 miliardi per progetti in essere.