Regioni, dal 7 gennaio in sei rischiano di essere rosse o arancioni
Il 7 gennaio 2021 scade il decreto Natale e le Regioni potrebbero tornare tutte gialle, ma alcune rischiano di essere rosse o arancioni.
Prima che entrasse in vigore il decreto Natale, che ha stabilito che durante le festività natalizie sarebbero valse le stesse regole in tutta Italia a seconda dei giorni (festivi, prefestivi, feriali), tutte le regioni italiane erano ormai diventate gialle a eccezione dell’Abruzzo che era invece arancione. Allo scadere del decreto Natale e cioè dal 7 gennaio, si potrebbe esattamente nella stessa situazione in cui ci si trovava prima, ma in realtà solo nei prossimi giorni potremo avere la certezza sui colori delle regioni, se saranno ripristinati quelli che c’erano prima delle feste o se ci saranno delle novità.
Dall’ultimo report dell’istituto Superiore della Sanità è emerso da una parte un miglioramento della curva epidemica, ma dall’altra un aumento dell’indice di contagio Rt. E proprio quest’ultimo parametro accostato agli altri che riguardano la situazione negli ospedali potrebbero essere decisivi riguardo la decisione di tingere di arancione o addirittura di rosso alcune regioni.
Regioni rosse o arancioni dal 7 gennaio 2021?
Le Regioni che rischiano di più di ritrovarsi in zona rossa sono Veneto, Liguria e Calabria, che hanno l’indice Rt superiore a 1. Ma sono a rischio anche Puglia, Basilicata e Lombardia, il cui Rt è già vicino a quel valore.
Ci sono poi altre criticità da considerare oltre all’indice di contagi: Friuli Venezia Giulia, Valle D’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna e Provincia autonoma di Trento hanno più del 50% delle probabilità di superare in 30 giorni la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica. Inoltre Lombardia, Trento e Veneto rischiano di superare la soglia dei posti letto in terapia intensiva.
Un’altra regione a forte rischio è la Sardegna, perché non fornisce dati completi e di conseguenza si ritrova con una classificazione del rischio “non valutabile”, ma quando non è valutabile il rischio è considerato comunque alto.
Il problema dei tamponi veloci
Il valore che sta facendo preoccupare di più nelle ultime ore è quello del tasso di positività, che è salito addirittura al 14%. Il problema però è che bisogna decidere una volta per tutte se nel computo dei tamponi bisogna considerare anche quelli veloci.
Finora c’è stato un diverso metodo di calcolo dei test antigienici e molecolari effettuati, ovviamente se si va a considerare anche il numero di tamponi veloci, questo andrebbe a influire sul tasso di positività, che si abbasserebbe, rendendo dunque questo parametro più favorevole a far dichiarare le regioni gialle anziché rosse o arancioni.