Renzi sfida Conte: “Se ha bisogno di qualche poltrona le diamo quelle di Italia Viva”
Dopo giorni di interviste e dichiarazioni, Renzi sfida apertamente il premier Conte al Senato e minaccia un passo indietro di Italia Viva.
È sfida aperta tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, anche se l’unico ad alzare la voce è proprio l’ex PD che ha deciso pochi mesi fa di fondare un nuovo partito. Oggi, dopo l’intervento di Conte al Senato in vista del Consiglio Europeo del 10 e 11 dicembre, Renzi ha preso la parola e dato il via ad uno show che era già stato anticipato da giorni di dichiarazioni pubbliche e interviste.
Il leader di Italia Viva, e con lui tutti i parlamentari che l’hanno seguito nel nuovo partito, non è d’accordo col progetto di goverrnance proposto da Conte per la gestione dei soldi del Recovery Fund e ha approfittato di questo faccia a faccia o quasi per lanciare il suo affondo più duro:
Noi non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di un aggiungi un posto a tavola. Detta in un altro modo, non già al Presidente del Consiglio che ne è consapevole, ma a chi ci segue, noi non stiamo minimamente chiedendo che nella cabina di regia ci sia anche un Ministro di un colore politico più vicino al nostro e lo dimostriamo in modo molto semplice.
Renzi ha contestato il modo in cui Conte, dopo ore di fitte riunioni, ha comunicato la proposta di governance:
Quello che non va bene, signor Presidente del Consiglio, e noi glielo diciamo guardandola negli occhi e in faccia, è che ci arrivi nottetempo, alle due, sulla posta certificata dei Ministri, un progetto di 128 pagine, che deve diventare un emendamento alla legge di bilancio, con una proposta che prevede dei manager con poteri sostitutivi rispetto al Governo e con una discussione parlamentare che non viene fatta perché anche quest’anno la legge di bilancio non verrà discussa almeno da un ramo del Parlamento.
Renzi minaccia Conte: passo indietro di Italia Viva?
Il punto di Renzi è chiaro: se ci sono i ministri e sottosegretari, a cosa servono i manager esperti ipotizzati da Conte?
Ritengo che un Governo non possa essere sostituito da una task force; ritengo che un Parlamento non possa essere sostituito da una diretta Facebook; ritengo che questa sia la battaglia di dignità che il Parlamento deve fare.
Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono i sindaci? Se questo è il Piano Marshall del futuro, dove sono gli esponenti del terzo settore? Se questo è il Piano Marshall del futuro – non avrei mai immaginato di dirlo – dove sono le categorie e i sindacati? Non è immaginabile che, di fronte a 200 miliardi di euro, che vuol dire debito pubblico, noi rinunciamo a essere parlamentari. È chiaro questo?
Il leader di Italia Viva sa bene che in caso di caduta del governo il suo nuovo partito sparirebbe nel nulla – lo dicono i sondaggi ormai da mesi – ma prova comunque a tirare la corda minacciando di ritirare i ministri e sottosegretari di Italia Viva, senza però ipotizzare una crisi di governo:
Signor Presidente, a chi dei suoi collaboratori continua a chiamare le redazioni dei giornali per dire che noi siamo alla ricerca di qualche poltrona comunico che, se ha bisogno di qualche poltrona, ce ne sono tre – due da Ministro e una da Sottosegretario – a sua disposizione in più. Se lei, invece, ha desiderio di ragionare sul serio e concretamente per il bene del Paese, spieghi ai suoi collaboratori che chiamano le reazioni che questo non è un talk show o il «Grande Fratello» perché questo è il Parlamento, questa è la politica e questo è il coraggio che Italia Viva ha e che spero abbiano altri.